Bonifica, stop and go per la proposta di legge provinciale

L’INIZIATIVA LEGISLATIVA PASSA QUASI DEL TUTTO AL VAGLIO DELLA CONSULTA DI GARANZIA. SI ATTENDE IL PASSAGGIO IN COMMISSIONE E IN ASSEMBLEA A BOLOGNA. UNANIME LA VOCE DEI CONSULTORI: “INIZIATIVA LODEVOLE”

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Il progetto di legge regionale di iniziativa della Provincia per garantire una più giusta contribuenza ai consorzi di bonifica passa per quattro quinti al vaglio della Consulta di garanzia statutaria della Regione, incontrando solo un “ostacolo insormontabile” in un passaggio dello Statuto. Un ostacolo che non ha impedito agli stessi consultori di dirsi d’accordo sulla bontà della proposta legislativa. Semmai il problema – ha fatto notare il militante leghista piacentino Marzio Maccarini, uno dei tecnici chiamati a valutare la proposta – sta in “un’eccessiva compromissione” dell’articolo 18 dello Statuto emiliano romagnolo, cioè quello in base a cui non si è potuto dichiarare ammissibile un passaggio dell’iniziativa legislativa. Il documento, fatta salva la porzione non accolta, potrà comunque proseguire il suo iter per approdare – una volta effettuato ancora qualche passaggio tecnico – in commissione e poi in assemblea legislativa. Nel dettaglio i consultori si sono trovati “con le mani legate” di fronte all’articolo 1 della pdl provinciale, che entra nel merito degli obblighi tributari nei confronti del consorzio. Il problema è proprio questo, in base all’articolo 18 dello Statuto, infatti, questa non può essere materia per iniziative legislative popolari.

Il testo della carta regionale è chiaro e non si presta a interpretazioni di sorta. Fatto, questo, che ha costretto i tre colleghi (oltre a Maccarini, Giuseppe Ugo Rescigno e Giuseppe Piperata) al parziale stop. L’inammissibilità dell’articolo uno della proposta non ha tolto niente al coro unanime di consenso che gli stessi consultori – primo tra tutti Maccarini – hanno espresso nei confronti della proposta targata Provincia, riconoscendo che l’articolo 1 ha la sua importanza in quanto è in linea con le interpretazioni giurisprudenziali, con importanti ricadute positive. Il passaggio “inchiodato” dallo statuto regionale, infatti, recepisce le sentenze della Cassazione e in questo modo non costringe i consorziati a rivolgersi di volta in volta al giudice esibendo proprio quanto stabilito da palazzo di Giustizia. In una parola: l’obiettivo della proposta di via Garibaldi era chiaro: ottenere una netta diminuzione del contenzioso e, in generale, garantire giustizia civile e sociale. Per Maccarini “l’obbligo a cassare una proposta dalla chiara bontà intrinseca” è una dimostrazione dei “limiti dell’articolo 18 che, così facendo, compromette in maniera eccessiva il diritto di iniziativa legislativa dei cittadini”. “In realtà – spiega il consultore – la ratio dell’articolo dovrebbe contrastare solo le forme di demagogia fiscale che potrebbero privare lo Stato o la Regione (leggasi consorzi) dei mezzi finanziari, alterando l’equilibrio della finanza pubblica. Ma con l’attuale formulazione dello statuto, la consulta incontra un limite insuperabile”. Ad ogni modo, niente è perduto. Come spiega Maccarini: “Nulla toglie al fatto che, in sede di esame del progetto nelle commissioni competenti, i promotori potranno essere auditi ai sensi del regolamento del consiglio (articolo 44)”. Intanto la sentenza con le motivazioni della bocciatura dell’articolo 1 è già stata depositata. La prossima settimana verrà inoltrata ai promotori.