Seduta sospesa, manca il numero legale. La tribolata seduta di consiglio provinciale per il voto della surroga al neo consigliere Giampaolo Maloberti (Lega nord) subisce un’altra battuta di arresto. Alla verifica del numero legale, infatti, le presenze in assemblea erano 12 per l’assenza di Tommaso Foti (Pdl). All’ordine del giorno c’è infatti il delicato voto sulla surroga a Maloberti, primo dei non eletti dopo la nomina di Massimiliano Dosi ad assessore provinciale e imputato per truffa ai danni dello Stato per la vicenda delle quote latte.
A inizio seduta, il capogruppo del Partito democratico Marco Bergonzi, ha invitato a “sciogliere i ruoli di maggioranza ed opposizione e dimostriamo un’etica personale” su una vicenda, quella di Maloberti, inedita a corso Garibaldi.
Il caso del leghista ha di certo scaldato gli animi all’interno dell’assemblea, soprattutto tra le fila delle opposizioni, dall’Italia dei valori al Partito democratico, che giudicano l’entrata del leghista in consiglio “inopportuna” per la vicende giudiziarie che lo coinvolgono.
L’inopportunità di far sedere tra i banchi della maggioranza il primo dei non eletti del Carroccio, “è evidente a tutti” sostiene Bergonzi e questo, prosegue il Democratico, “indebolisce la credibilità del consiglio e di tutto l’ente”. Soprattutto alla luce del possibile “conflitto di interessi” fatto emergere da Bergonzi visto che chi deve “intervenire sugli insolventi per le quote latte è proprio la Provincia”. Ma, a verifiche compiute, il presidente del consiglio provinciale, Roberto Pasquali, ha assicurante come “non ci siano cause ostative all’eleggibilità di Maloberti.
Da parte della maggioranza, a farsi sentire, è però Tommaso Foti (Pdl): “A cosa ci esponiamo se votiamo la surroga- domanda il pidiellino- a farci dire dal Tar che abbiamo compiuto un abuso? Stiamo costruendo un castello di sabbia- sottolinea Foti- e tra Ponzio Pilato e Barabba io scelgo Barabba perché è stato meno vile”.
Se il gruppo della Lega stigmatizza il tutto come “gossip”, l’Italia dei valori ritiene come chi viene candidato “deve essere al di sopra di ogni sospetto, e questo non è il caso di Maloberti- arringa il capogruppo dipietrista, Samuele Raggi- e questa è la Lega di sospetti e poltrone”.
E’ evidente, comunque, “l’imbarazzo della maggioranza su questo caso imbarazzante- evidenzia Gianluigi Boiardi (nuovo Ulivo)- e questo traspare dagli occhi di tutti”.
La seduta è comunque per ora sospesa.