Pochi giorni fa l’Onorevole Borghesi dell’Italia dei Valori ha presentato un Ordine del giorno nel quale chiedeva ai colleghi dell’Aula di Montecitorio l’abolizione del vitalizio cui beneficia ogni Parlamentare che, allo stato attuale del regolamento, ha svolto 5 anni di mandato. Borghesi ha sottolineato come sia impensabile che un lavoratore medio debba versare contributi per quarant’anni al fine di percepire la meritata pensione mentre i Deputati possono farlo con 5. Una distanza enorme del Paese reale da quello istituzionale. Ed in passato avveniva anche peggio, infatti prima della riforma fatta dal Governo Prodi era possibile garantirsi circa 3100 euro al mese con pochi giorni di legislatura; in pratica bastava mettere un piede dentro la Camera ed era fatta. Gli esempi sono molteplici: Toni Negri, ex-leader di Potere Operaio, percepisce il lauto vitalizio con 63 giorni di presenza nonostante la fuga all’estero datata 1983 quando la Camera voto favorevolmente alla sua richiesta d’arresto. Poi ancora Angelo Pezzana, Piero Graveri, Luca Boneschi dimessisi dopo 1 giorno di legislatura percepiscono tutt’ora 1700 euro mensili. Un bengodi privo di senso che costringerà gli uffici della Camera a sborsare nel 2010 139 milioni di euro per i vitalizi (a circa 2.200 ex Onorevoli) a fronte di 11 milioni di euro che verranno riscattati (nota stucchevole è la ricezione dell’assegno da parte dei condannati con sentenza passata in giudicato). La proposta di Borghesi si poneva quindi come obiettivo anche quello di dare un taglio netto con il passato. In un periodo di così grande crisi l’approvazione dell’Ordine del giorno dell’Italia dei Valori avrebbe rappresentato una formalità. Ed invece nessun gruppo Parlamentare ha dato seguito al nostro appello: 498 sono stati i no all’Odg, 22 i sì (tutti IdV). Per motivi di comodo la proposta è stata bollata come demagogica e populista. Sicuramente però non ci faremo scoraggiare ed anzi a livello territoriale il Gruppo Regionale IdV in Emiia-Romagna ha presentato – così come in altre Regioni – una proposta di modifica della L.R. 42/1995 per ridurre l’entità degli assegni vitalizi dei Consiglieri Regionali (lo stanziamento annuale a bilancio è di ben 5 milioni di euro), introducendo nuovi parametri di calcolo, ed innalzando l’età minima per la corresponsione del vitalizio da sessanta a sessantacinque anni di età. Un sacrificio che la classe politica deve sentirsi in dovere di fare per rispetto ai cittadini elettori ai quali si chiede la fiducia.
ANDREA FOSSATI – Giovani Italia dei Valori Piacenza