Il presidente della Provincia Massimo Trespidi e l’assessore all’Agricoltura Filippo Pozzi, nell’ambito delle visite alle attività produttive del nostro territorio, si sono recati stamani presso alcuni stabilimenti di trasformazione del pomodoro. Un settore, quello della trasformazione, che insieme a quello della produzione, sta attraversando una fase delicatissima. Le quattro aziende, la Carlo Manzella di Castel san Giovanni, la Steriltom di Casaliggio, la Emiliana Conserve di Podenzano e l’Arp di Gariga lavorano per oltre il 90 % pomodoro piacentino, il restante 10% proviene da coltivazioni di province limitrofe; percentuale indispensabile per garantire la produzione anche in caso di minor raccolto sul nostro territorio.
La visita è cominciata alla Carlo Manzella spa di Castel san Giovanni spa, un’azienda nata nel 1923 e che da allora si dedica e trasformazione industriale del pomodoro destinando i circa 4 milioni di quintali di prodotto finito all’industria, al food service, a mense, pizzerie ristoranti. Ad accogliere la piccola delegazione della Provincia Giuseppe Manzella e il vicesindaco di Castel San Giovanni Giovanni Bellinzoni.
L’azienda, oggi in espansione, ha una capacità produttiva giornaliera di 4000 quintali e nel corso del tempo, ha consolidato la propria immagine sul mercato italiano che rappresenta il 60% del suo fatturato e ha conquistato numerosi mercati europei come Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Belgio da cui invece dipende il 40% dei suoi ricavi. Il presidente Trespidi e l’assessore Pozzi, accompagnati dalla dirigente del settore Agricoltura della provincia hanno poi visitato lo stabilimento Steriltom. Nata nel 1934, la Steriltom ha oggi una capacità produttiva di 25 mila quintali al giorno destinati al mercato nazionale e ai mercati internazionali per l’industria alimentare e il catering.
Particolarmente significativa la visita alla Emiliana Conserve di San Polo, l’azienda che poco più di un anno fa rischiava di chiudere definitivamente i battenti per fallimento e che grazie, allora, ad un lungo lavoro coordinato e mediato dalla Provincia di Piacenza, oggi rappresenta una realtà produttiva importantissima. Ad accogliere il Presidente e l’Assessore, Gianni Brusatassi presidente di Emiliana Conserve, il sindaco di Podenzano Alessandro Ghisoni e il funzionario del settore Agricoltura della regione Emilia Romagna Nicola Benatti. “Grazie a un grande lavoro, nel luglio dello scorso anno – ricorda l’assessore Filippo Pozzi – riuscimmo a raggiungere un’intesa e una sintesi tra tutte le istituzioni coinvolte e devo dire, alla luce di quanto accede oggi che l’obiettivo è stato raggiunto”. “E’ lo stabilimento sul quale contiamo di investire maggiormente – ha commentato Gianni Brusatassi – e da novembre avremo un nuovo direttore: una figura di altissimo profilo professionale. Lo stabilimento oggi lavora 20mila quintali di pomodoro, ma possiamo arrivare anche a trentamila”.
La mattinata si è conclusa all’Arp di Gariga dove si è anche tenuto un tavolo di confronto sui problemi del settore e al quale hanno partecipato alcuni rappresentanti delle Associazioni dei produttori.
Piergiorgio Bassi, presidente di Arp e Stefano Spelta, direttore, hanno illustrato le molteplici criticità del settore. Da una parte la sempre più massiva invasione di prodotti provenienti dall’estero immessi sul mercato a costi bassissimi. “Creando una competizione non sostenibile dai nostri produttori “– ha spiegato il presidente Bassi.
Vi è poi una competizione tutta italiana tra Nord e Sud. “Il Sud sul pomodoro da industria rischia di tirare nel baratro il nostro comparto – spiega l’assessore Pozzi -, infatti in casi di mancato rispetto degli accordi sul prezzo da parte degli industriali meridionali nei confronti dei produttori, per aggredire il mercato con trasformati a poco prezzo; tutto questo è certamente un danno nei confronti degli agricoltori e, soprattutto, un ‘attacco’ che rischia di essere devastante per il comparto del Nord”
Il prezzo del pomodoro, infatti, viene deciso con un Ocm (organizzazione comune di mercato) realizzata in sede Ue: in pratica il pomodoro ha delle quotazioni, come altri prodotti di massa. Sulla base di questo Ocm, le organizzazioni dei produttori e quelle delle industrie di trasformazione, stabiliscono durante l’inverno il prezzo che sarà corrisposto per una tonnellata di prodotto nell’estate successiva. “Il mancato rispetto degli accordi crea danni enormi a coloro che, al contrario, le regole e i patti li rispettano”.
A tutto ciò va aggiunta una stagione non favorevole troppa pioggia in primavera ha praticamente azzerato la produzione dei “pomodori precoci”; un’estate con forti sbalzi di temperatura ha costretto sia ad imponenti irrigazioni durante la fase di grande calura, che ad una massiva operazione di “bonifica” per contrastare le malattie causate dalle forti piogge. “Tutto questo ha comportato a un aumento dei costi di produzione e lavorazione, al quale però ha corrisposto un calo dei prezzi al consumo” – ha detto il direttore di Arp Spelta.
Ma non è tutto. Con il 2010 finisce il contributo accoppiato, cioè il sussidio che l’Unione europea associa al pomodoro. Il contributo comunitario, d’ora in avanti, e almeno fino al 2013, si darà a ettaro e non più sulla base della produttività. Questo potrebbe significare che la produzione non sarebbe più conveniente per gli agricoltori, con la conseguente ripercussione sulle aziende di trasformazione.
“Difronte a queste prospettive – ha chiarito l’assessore Pozzi – e in vista della ‘deregulation’ del prossimo anno con il regime di disaccoppiamento totale degli aiuti, diventa fondamentale il ruolo del Distretto del pomodoro, che potrà essere l’unico organismo in grado di produrre regole condivise e fare da interlocutore con il Ministero affinchè siano adottate le indicazione approvato in seno al Distretto, a cominciare dall’obbligo di riportare sulle etichette la tracciabilità e l’origine della materia prima. Siamo contenti della presa d’atto da parte del Ministro che ha risposto alle nostre istanze. Adesso bisogna vigilare per il rispetto degli accordi”
“Sono molto colpito e molto contento delle realtà che ho avuto modo di vedere – ha commentato al termine della visita il presidente Massimo Trespidi – realtà che possono essere comprese solo vedendole in prima persona e confrontarsi con gli imprenditori che ogni giorno si spendono e lottano, non solo per la propria azienda, ma anche per garantire lavoro e sviluppo al territorio. Nonostante le tante difficoltà – ha aggiunto – ho trovato entusiasmo, passione iniziativa, ottimismo e questo è motivo di conforto. C’è un modo nuovo di affrontare la crisi e le difficoltà e non è più quello di farsi concorrenza, ma al contrario di collaborare, fare squadra, coordinarsi spontaneamente per raggiungere obiettivi comuni, alla base dei quali c’è la forte volontà di andare avanti per il bene non solo dell’azienda , ma anche dei lavoratori e dell’intera comunità”.