Piacenza si guadagna la palma di provincia leader in fatto di competitività agricola. Sono ben 13 (tre nuove aggregazioni) i progetti di filiera approvati dalla giunta regionale che potranno avvantaggiarsi di 21,5 milioni di euro di contributi pubblici (fondi regionali dell’asse 1, appunto quello dedicato alla competitività) per investimenti complessivi pari a oltre 52milioni di euro. Tutti i dettagli sono stati dati oggi, in conferenza stampa, dall’assessore regionale Tiberio Rabboni e dal collega piacentino Filippo Pozzi, affiancati dai rispettivi dirigenti, Claudia Orlandini e Adriano Fuochi. La delibera di giunta del 26 luglio scorso ha sancito gli stanziamenti. 67 nel complesso i progetti approvati per un ammontare complessivo di risorse pubbliche pari a 107milioni di euro (280milioni, nel complesso, gli investimenti). Piacenza si aggiudica così una fetta pari a quasi il 20 per cento della torta complessiva. Percentuale che sale ulteriormente se si conta che almeno due progetti, pur non avendo la “testa” a Piacenza, coinvolgono una vasta porzione di imprenditori locali. Nel complesso beneficeranno dei fondi in arrivo da Bruxelles, per il tramite di Bologna, 670 imprese locali attive nella produzione, trasformazione e commercializzazione agricola. “Piacenza si è espressa in tutti i settori – ha commentato l’assessore Rabboni – è il reparto più importante per il nostro programma regionale di sviluppo rurale per numeri e futuro, che qui si intravede in un settore che – a livello regionale – soffre di una pesante crisi di redditività. Una crisi che può essere arginata legando più e meglio il prodotto agricolo alla trasformazione, alla commercializzazione e rendendo le nostre produzioni meno sostituibili con quelle del mercato globale. I progetti di filiera vanno in questa direzione”. A livello locale sono sei quelli che riguardano il comparto lattiero caseario, tre quello del pomodoro, altri due (cantine Vicobarone e Valtidone) afferiscono al settore vitivinicolo, uno a quello cerealicolo. La giunta di via Aldo Moro ha scelto di sostenere anche una proposta per il recupero dei sottoprodotti del legno e la creazione di semilavorati. “Il modello del fare squadra è quello che dobbiamo sostenere – ha detto l’assessore Pozzi –. A livello nazionale e locale siamo connotati da dimensioni aziendali piccole (una media di 6 ettari e mezzo per azienda). Dobbiamo fare in modo che tutti gli anelli delle varie filiere (compresi chi trasforma e commercializza) si mettano insieme per progetti comuni, trasformino e potenzino le forze, anche per recuperare fondi europei che premiano la capacità di mettere in campo sinergie. Questa è la via per sostenere gli investimenti che permettono alle aziende di rimanere competitive”.
Qui di seguito l’intervista all’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni.