«Il cardinale Casaroli resterà nella storia per il grande servizio alla Chiesa di Roma ma anche per quello che ha fatto per le grandi cause dell’umanità. Con la sua azione diplomatica ha posto le basi per la futura, pacifica, unione dell’Europa, allora divisa in due blocchi». Così il cardinale Giovanni Battista Re ha concluso il suo intervento al convegno (da lui stesso presieduto) dedicato alla memoria del cardinale Agostino Casaroli a 20 anni dalla morte, che si è tenuto nella Sala Panini di Palazzo Galli, organizzato dalla Banca di Piacenza e dal Comune di Castel San Giovanni, sua città natale. Nel suo saluto introduttivo, il presidente del Comitato esecutivo della Banca Corrado Sforza Fogliani ha ricordato come tutto a Palazzo Galli parli di Casaroli, con un sala a lui dedicata nel 2014 e inaugurata dal cardinale Parolin e con ricordi conservati nel museo della Banca a pianterreno (visitato dai relatori prima dell’inizio del convegno): tra questi, una toga accademica indossata dal cardinale Segretario di Stato per il conferimento di una laurea ad honorem in Teologia all’Università di Oxford (per l’occasione esposta in Sala Panini). «Per capire la grandezza del cardinale Casaroli – ha detto il presidente Sforza Fogliani – basterebbe leggere il suo libro di memorie Il martirio della pazienza, da rendere obbligatorio in tutte le scuole di diplomazia. Un’opera mirabile che spiega la sua politica dei piccoli passi».
Il sindaco di Castel San Giovanni Lucia Fontana ha sottolineato lo strettissimo legame con la comunità della città dov’era nato e la naturalezza con la quale sapeva dismettere – quando era con i suoi compaesani – i panni di grande della storia quale è stato. Lucia Fontana ha invitato i presenti a leggere gli atti della Conferenza di Helsinki del 1974: «Lì si capisce l’importanza della sua azione diplomatica, germe della nascita dell’Europa unita. Un’azione mai disgiunta dal suo essere autenticamente sacerdote, caratteristica che gli dava la forza di raggiungere risultati straordinari». Mons. Lino Ferrari ha quindi letto un messaggio di saluto del vescovo Gianni Ambrosio, impegnato in un pellegrinaggio in Terra Santa. Doveva essere presente al convegno anche l’unica nipote del porporato piacentino, la dottoressa Orietta Casaroli, ma è rimasta bloccata da un attacco influenzale.
Il card. Giovanni Battista Re (che ha raccontato di avere il privilegio di abitare nello stesso appartamento assegnato a Casaroli negli ultimi anni della sua vita) ha ben rappresentato le qualità del sacerdote-diplomatico: «Appariva persona semplice, ma possedeva un’intelligenza acuta e una straordinaria capacità di aprire spiragli che andavano al cuore delle persone. Sempre garbato con tutti, diceva le cose sgradevoli senza offendere. Aveva il carisma di saper ascoltare e un intuito che gli permetteva di capire le persone nel profondo. Ammirevole la pazienza con la quale affrontava le trattative, anche le più difficili. Non si perdeva mai d’animo grazie alla fiducia che riponeva nella forza della verità e della giustizia.
Ha sempre goduto della fiducia dei 5 Papi con i quali ha collaborato, da Pio XII fino a Giovanni Paolo II». Il card. Re ha individuato tre dimensioni dell’azione di Agostino Casaroli: «La prima: operò instancabilmente affinché i diritti umani non fossero solo mere parole e considerò la loro difesa parte integrante dell’opera di evangelizzazione della Chiesa. Grande il suo impegno nella difesa di tutte le libertà, quella religiosa in particolare. La seconda: fu per tutta la sua vita operatore di pace tra le nazioni, che vedeva come necessità per la sopravvivenza dell’umanità. La terza: dal 1963, fino alla caduta del Muro di Berlino, fu protagonista di estenuanti trattative per soccorrere e migliorare le condizioni delle comunità cristiane nei paesi dell’Est Europa. Fu il tessitore di quella ostpolitik ispirata da Papa Rocalli, vale a dire la politica di cauta apertura verso i Paesi comunisti dell’Europa orientale, dove per 20 anni i religiosi avevano conosciuto anche il carcere. Iniziò dall’Ungheria e dalla Cecoslovacchia con la politica dei piccoli passi, incontrando resistenze anche all’interno della Chiesa stessa, ma alla fine ottenne dei risultati, da molti ritenuti impossibili».
Il prof. Luigi Marco Bassani, ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università degli studi di Milano, trattando del tema “Diritti naturali o diritti umani?” ha definito Casaroli «un uomo che ha fatto parte della coalizione del bene e che ha contribuito a sconfiggere quello che Reagan chiamava l’impero del male, dedicando la propria esistenza all’internazionalizzazione dei diritti umani, da utilizzare come grimaldello per “aprire” i regimi comunisti».
Il convegno, al quale hanno partecipato alcuni studenti dell’istituto Agrario di Castel San Giovanni, si è concluso con l’intervento del dottor Giuseppe Gandini – appassionato e devoto cultore di memorie del cardinale Casaroli -, che ha ricordato tutte le iniziative messe in pratica in questi anni per non dimenticare il cittadino più illustre di Castello.