De Micheli alla festa Pd di Monticelli: “Per vincere alleanze ampie e torniamo in mezzo alla gente”
Alla festa del Pd di Monticelli una serata dedicata alla politica con la partecipazione di Paola De Micheli, parlamentare dem e commissario straordinario per la ricostruzione del terremoto fino al prossimo 11 settembre, intervistata dal giornalista Mattia Motta.
Perché oggi fare una battaglia politica da sinistra, contro la destra arrivata al governo? E’ la domanda da cui ha preso le mosse l’incontro. “Corriamo il rischio di diventare un partito depresso, – ha esordito De Micheli – che non è in grado di reagire alla sconfitta, ma io nonostante tutto non voglio arrendermi a questa rappresentazione”.
“Fare il commissario del terremoto – ha proseguito – è stata un esperienza incredibile e allo stesso tempo complicata, che mi ha consentito di stare a contatto quotidiano con i problemi e con le richieste delle persone”.
“Io credo che non ci siamo ancora detti fino in fondo le ragioni della nostra sconfitta. Presi dalla necessità del fare e di risolvere i problemi, quando eravamo alla guida del Paese non siamo stati in grado di cogliere le richieste più profonde che arrivavano dagli italiani.
Ai problemi con i quali ci siamo misurati abbiamo dato soluzioni percepite come techiche, invece occorreva condividere di più i provvedimenti, incontrando le persone e raccontando i valori alla base delle nostre scelte. Possiamo ripartire soltanto incominciando ad ascoltare le domande vere”.
“Per avvicinare un giovane alla politica – ha sottolineato – direi questo: se vuoi cambiare il mondo, lo puoi fare solo a sinistra, ripartendo dai valori. E ai giovani dobbiamo chiedere di partecipare e di aiutarci”.
Sulla situazione nel Partito Democratico in vista del congresso, la De Micheli ha affermato: “La politica non è un’equazione matematica, se Lega e Cinque Stelle sbagliano al governo, non significa che toccherà automaticamente a noi.
Se non ci muoviamo per ricostruire alleanze ampie con la società, con il mondo del lavoro, delle associazioni, non torneremo al governo. E non possiamo nasconderci che la leadership conta molto, contava già nel passato ma oggi conta ancora di più”.
“Il nostro congresso – prosegue – dovrà conciliare leadership e un progetto chiaro in termini di valori e prospettive che parli all’Italia. L’esperienza che ho fatto con Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, sul terremoto è stata importante e mi ha fatto conoscere le sue capacità.
Credo che la sua candidatura alla guida del Pd sia di grande rilievo e sta già suscitando entusiasmo. Si può tornare a vincere così: con alleanze larghe, stando in mezzo alla gente e nei luoghi della sofferenza, e anche talvolta con la capacità di non scendere a compromessi”