“La Giunta intende smentire le indiscrezioni rispetto al futuro utilizzo dell’acqua della diga di Mignano ai soli fini domestici?”. È Tommaso Foti di Fratelli d’Italia a intervenire sui problemi dell’approvvigionamento idrico nelle valli del piacentino. Da indiscrezioni, spiega il consigliere, “gli uffici competenti della Regione Emilia-Romagna paiono orientati a volere limitare al solo uso domestico la fruizione dell’unico bacino della Val d’Arda, la diga di Mignano (si veda al riguardo la lettera pubblicata da un quotidiano locale, in data odierna, del sindaco di Lugagnano Val d’Arda, Jonathan Papamarenghi)”. Un bacino, si legge nell’atto ispettivo, “costruito ai fini irrigui in epoca fascista e inaugurato dal sottosegretario Serpieri nel 1934”.
Questa situazione, prosegue, “sconcertante più che infelice, dà la misura di un modo di governare la cosa pubblica del tutto fallimentare, volto soltanto a lasciare spazio all’esibizione di scelte che risultano incuranti di un settore, quello dell’agricoltura, del cui reddito le popolazioni della zona vivono”. Peraltro, evidenzia il capogruppo di Fdi-An, “a fronte delle ingenti risorse economiche ottenute a seguito della dichiarazione dello stato di calamità, tutti si attendevano parole e fatti diversi, rivolti a risolvere i problemi dell’approvvigionamento idrico, senza mettere al bando attività economiche”. La verità, aggiunge, “è che i sistemi di accumulo dell’acqua in provincia di Piacenza sono ancora quelli di 80 anni fa (e cioè del ventennio), quando, per fortuna, vennero costruite sia la diga in questione che quella del Molato (in Val Tidone) per volontà di una classe dirigente (non certo indigesta come quella attuale) che ai problemi dell’approvvigionamento dell’acqua seppe dare una risposta ancora oggi valida, ancorché non più sufficiente”. Foti chiede quindi l’intervento della Giunta al fine di risolvere i problemi dell’approvvigionamento idrico nelle valli del piacentino.