Due detenuti di origine magrebina, intorno alle 18.00 del 20 luglio, avrebbero puntato alla pancia di un poliziotto un coltello rudimentale, obbligandolo a consegnare loro le chiavi di reparto e spingendolo fuori dalla sezione. Il fatto è accaduto in un reparto detentivo della Casa Circondariale di Piacenza. Sono dovuti intervenire il Comandante di Reparto ed il Vicedirettore. Solo dopo due ore di estenuanti trattative sarebbero riusciti a convincere i due detenuti a farsi riconsegnare le chiavi, ristabilendo l’ordine.
Nella mattinata del 21 luglio è anche arrivata una nota stampa del Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria che esprime la sua solidarietà alla vittima dell’aggressione.
Nell’esprimere solidarietà al malcapitato collega vittima della suddetta aggressione, che poteva avere conseguenze ben più gravi, questa Organizzazione Sindacale, ancora una volta è a denunciare con forza come alla modifica delle modalità custodiali con l’istituzione del regime della sorveglianza dinamica, il DAP non abbia fatto seguire adeguate iniziative volte a ridurre il “rischio professionale” a cui va incontro quotidianamente il personale di Polizia Penitenziaria.
L’Amministrazione Penitenziaria deve, a nostro avviso e senza più alcun indugio, ripensare ad una modalità di gestione della popolazione detenuta che, fermo restando il sacrosanto principio della funzione rieducativa della pena, miri sì a restituire alla società persone migliori, ma salvaguardi l’incolumità fisica dei suoi operatori.
Il timore è che, se non dovessero essere adottati urgenti provvedimenti per contrastare l’impennata degli eventi critici che si registrano su scala nazionale (vedasi il recente caso del carcere di Verona e non solo), la situazione possa degenerare ulteriormente, con conseguenze che non osiamo neppure immaginare.
Il fatto non passa inosservato nemmeno nel mondo della politica piacentina. Il consigliere regionale Matteo Rancan (Lega Nord): ” Lo Stato s’impegni una volta per tutte ad attuare adeguate misure per garantire la sicurezza degli agenti di Polizia penitenziaria durante lo svolgimento delle proprie funzioni. Un’altra vota – accusa l’esponente del Carroccio – abbiamo avuto la dimostrazione dell’incapacità dello Stato di tutelare gli operatori di polizia che lavorano nelle carceri con mansioni tutt’altro che semplici. Fatti di tale gravità non dovrebbero infatti mai accadere. All’agente va tutta la mia solidarietà e tutta la mia stima alla Polizia penitenziaria”