Ultimo consiglio comunale della giunta guidata da Paolo Dosi prima delle elezioni del prossimo 11 giugno. Il sindaco ha voluto spendere alcune parole di commiato dopo cinque anni alla guida di Piacenza: “Abbiamo governato in un periodo molto difficile, in pochi anni la macchina amministrativa si è trasformata, direi peggiorata. Un esempio: nel 2002 i dipendenti comunali erano 1100, noi lasceremo un palazzo Mercanti con 613 dipendenti. E a fronte di questo calo di forze le funzioni si sono invece moltiplicate diventando sempre più numerose e maledettamente complicate. Oltre all’impoverimento numerico sono subentrati poi diversi vincoli ai quali l’amministrazione deve sottostare: per esempio non possiamo più assumere liberamente personale ma dobbiamo sottostare a vincoli che ci sono stati imposti”.
Dosi ha voluto poi ringraziare la squadra di assessori nominandoli uno a uno: “In queste condizioni molto difficili hanno condiviso con me questa avventura, un’avventura che oggi termina e mi sento di dire di essere più sereno oggi rispetto a quando ho iniziato cinque anni fa. Il lavoro degli assessori ha garantito la prosecuzione e la vita di questa amministrazione”.
Il primo cittadino si toglie qualche sassolino dalla scarpa davanti all’assemblea: “Troppo spesso sembrava che non ci si rendesso conto di quello che è stato fatto in questi cinque anni nonostante la povertà totale di risorse economiche e risorse umane. La segreteria del sindaco fino a qualche anno fa aveva 100mila euro a disposizione all’anno, io chiuderò consegnando al nuovo sindaco 5mila euro di autonomia. Senza contare i contributi agli assessorati, abbiamo dovuto fare delle scelte e abbiamo preferito privilegiare l’assessorato ai Servizi Sociali non per simpatia verso l’assessore Stefano Cugini ma perché ci sembrava l’ambito che necessitava maggiori risorse. Nonostante questo consegniamo alla prossima amministrazione finanziamenti recuperati su progetti di urbanistica e di sviluppo della città che oscillano tra i 35 e i 40 milioni di euro”.
“In questi cinque anni abbiamo imparato a fare molto avendo a disposizione molto poco e non nascondo il mio orgoglio per i risultati ottenuti. Ho concluso un ciclo e cerco di tornare a una vita “normale”, è stata un’esperienza complessivamente positiva”.