Anche quest’anno la Fondazione Teatri di Piacenza coproduce con Piacenza Jazz Fest uno straordinario concerto, che vede l’esibizione degli Incognito al Municipale domenica 19 marzo alle ore 21.15. La storica band inglese per l’occasione proporrà, oltre ai suoi brani più celebri, anche quelli tratti dall’ultimo album “In Search Of Better Days”.
Incognito
Gli Incognito, formatisi nel 1979, sono capitanati dal carismatico Jean-Paul Maunick, noto come “Bluey”, depositario del glorioso marchio dell’acid jazz inglese, chitarrista e anima del gruppo da ormai quarant’anni, nel corso dei quali la band ha visto alternarsi più di cento tra musicisti e cantanti. I cambiamenti inevitabili nel corso di una così lunga e luminosa carriera non hanno però scalfito lo spirito originario degli Incognito, al contrario la band ha dimostrato di avere un’identità musicale che oltrepassa i limiti di un solo genere musicale.
La loro versatilità gli ha consentito negli anni di parlare un linguaggio black a trecentosessanta gradi, dal soul al funk, dall’r&b all’acid-jazz. Se a un primo ascolto il sound originale del collettivo londinese appare quantomeno aggiornato (drum machine e synth all’avanguardia, fiati remixati, produzione eccellente), quasi a voler sottolineare l’attenzione di Bluey verso il recente panorama pop, occorre tuttavia poco per accorgersi che gli Incognito non hanno affatto smarrito lo spirito genuino degli esordi, e soprattutto la voglia di seguire il difficile sentiero dell’acid-jazz d’autore. Mr. Bluey rimane infatti saldamente ancorato al genere jazzistico nella sua configurazione più autentica.
Così negli anni gli Incognito hanno sempre confermato il loro progetto originario di conciliare il passato con il presente, con i beat dal sapore classico riscritti mediante moderni stilemi musicali, dove anche il cantato si adegua a questo sorprendente revival. Gli ingredienti che rendono unica questa band sono molteplici e sapientemente dosati: la voce di ottimi solisti, così come la cura dei cori, una sezione fiati di altissimo livello, i giri di basso, le tastiere sempre misurate, le percussioni world, uno straordinario senso del ritmo. A tutti gli effetti una musica coinvolgente, arrangiamenti ineccepibili ricchi di fiati e percussioni e un groove irresistibile, sempre più orientato al contemporary R&B. La loro musica è un gioiello assolutamente fuori dal tempo.
Nel segno del multiculturalismo,k la line-up degli Incognito è la dimostrazione vivente di quanto la musica sia lo strumento privilegiato per l’integrazione tra i popoli: tra loro ci sono elementi che provengono da Mauritius, Saint Lucia, Germania, Trinidad, Jamaica, Macao, Israele e così via. Una sorta di Nazioni Unite del groove, che rende ogni concerto una festa di musica, di ritmi e di colori dove è impossibile rimanere seduti al proprio posto.
Jean Paul “Bluey” Maunick, nato alle Mauritius e cresciuto a Londra, si forma ascoltando Jimi Hendrix e, fra gli altri, Herbie Hancock, Ronnie Laws, George Duke. Forza motrice non solo degli Incognito ma anche dei Light of the World e di quel genere che i DJ inglesi chiamano “brit-funk”, getta le basi della generazione “street soul” anni ’90. La prima cantante è Linda Muriel, sostituita poi da Jocelyn Brown, da Maysa e così via, fino ad arrivare a più cantanti. Gli Incognito si guadagnano anche l’attenzione del pubblico delle discoteche dopo aver raggiunto le vette delle charts internazionali con il remake di “Always there” di Ronnie Laws e nel 1992 sono in tour in Europa con “Soul II Soul” e James Brown, che rimane entusiasta della loro sezione fiati. “Tribes, Vibes And Scribes” resta nella classifica americana di jazz moderno per 19 settimane, i concerti fanno il tutto esaurito.
A Detroit fanno da supporto a Lee Ritenour e Yellowjackets mentre il singolo “Don’t you worry ‘bout a thing” (di Stevie Wonder, con l’autore all’armonica) staziona a lungo in testa alle classifiche. Nel 1993 vanno anche in Estremo Oriente, Russia, Mongolia e America Latina, grazie al nuovo successo di “Positively”, album che si fa notare soprattutto grazie al singolo “Still a friend of mine”, seguito poi da “Peaces of a dream”. Il nuovo millennio è aperto da “Life, Stranger Than Fiction” e continua con una produzione che culmina nel 2008 con “Tales From The Beach”, registrato tra Italia, Germania, Indonesia ed Inghilterra. Nel 2014 la formazione festeggia trentacinque anni di carriera con “Amplified Soul”, mentre nell’estate 2016 esce l’ultimo “In Search of Better Days”, che verrà presentato a Piacenza.
I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza oppure online sul sito www.teatripiacenza.it.
Per informazioni: www.piacenzajazzfest.it www.facebook.it/piacenzajazzfest.
Per contatti: biglietti@piacenzajazzclub.it 0523.579034 – 366.5373201