“Nell’attesa di conoscere, dopo un anno di tentennamenti, le decisioni di Dosi sulla sua ricandidatura, i piacentini possono essere certi di una cosa: in caso di malaugurata vittoria alle prossime elezioni comunali, un’altra volta il centrosinistra non realizzerà tutti gli obiettivi fissati. È infatti questo l’atteggiamento con il quale il Pd e gli alleati hanno amministrato la città nell’ultimo quinquennio, come ha confessato l’attuale sindaco con sconfortante ingenuità”. Ad attaccare il primo cittadino e la giunta comunale è il segretario della Lega Nord di Piacenza, Luca Zandonella, in seguito alle affermazioni pronunciate da Paolo Dosi nell’abituale incontro di fine anno con la stampa.
“Promettere progetti irrealizzabili e poi ammetterlo con il mandato in scadenza – accusa il segretario del Carroccio cittadino – è una gravissima presa in giro nei confronti dei piacentini. Dopo aver amministrato la città per dieci anni, gli esponenti del centrosinistra avrebbero dovuto avere la piena consapevolezza degli interventi che potevano essere realizzati, e invece no: hanno preferito gonfiare il programma di mandato e solo dopo altri cinque anni riconoscono di avere esagerato. Il risultato dell’aver affrontato, come dice Dosi, i problemi di petto è il declino di Piacenza emerso dalla classifica del Sole 24 Ore, la stessa che a fine anni novanta vedeva la nostra città primeggiare. Ciò anche per avere ostinatamente minimizzato il problema sicurezza, tardivamente diventato una priorità forse perché è il quotidiano di Confindustria e non la Lega ad avere indicato Piacenza come novantanovesimo capoluogo di provincia su centodieci in graduatoria. Sono questi i frutti di deviate interpretazioni dei concetti di immigrazione e integrazione, gli stessi che hanno trasformato via Roma e Porta Galera da elegante via e dignitoso quartiere del centro in un’area squallida. Persistendo con le scellerate politiche dell’invasione – prosegue Zandonella -, il PD locale si è inoltre vergognosamente reso complice del traffico di immigrati irregolari, e non profughi, attraverso l’affidamento della loro gestione all’Asp. Riguardo a questo punto è stata la Commissione europea a chiarire che l’80 percento degli immigrati sbarcati in Italia non sono profughi ma clandestini. Imbarazzante, infine, la difesa a Cisini, un assessore che per sfuggire alle proprie responsabilità presenta sempre come esperimento qualunque opera o provvedimento. Il sindaco impari che, al contrario di quanto ha dichiarato, i problemi di una città si affrontano con la testa e non di petto e che l’impopolarità della sua giunta è dovuta al non avere saputo rispondere ai problemi fondamentali della città”.