Scalo commerciale all’aeroporto di San Damiano, M5S: “Progetto impraticabile”

“L’aeroporto di San Damiano non potrà mai diventare civile o commerciale”. Ne sono convinti i consiglieri comunali di Piacenza, San Giorgio Piacentino e Podenzano. Nonostante il via libera del Governo che per mano di Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa, ha espresso parere positivo alla trasformazione i militanti grillini reputano lontana, anzi impraticabile, la strada della trasformazione della base militare. “Al momento non esistono nell’aeroporto tutte quelle infrastrutture necessarie ad una gestione moderna di uno scalo merci, ma soprattutto non esistono gli spazi, all’interno dell’area militare, necessari ad ospitare queste infrastrutture. Questi spazi andrebbero quindi trovati all’esterno del perimetro della base. E qui sorge una prima domanda: chi pagherebbe l’acquisto dei terreni e la successiva costruzione delle infrastrutture?”. E ancora: “La base di San Damiano fu, per ovvi motivi difensivi, costruita lontano dalle principali vie di comunicazione, quindi al momento non esistono collegamenti adeguati tra San Damiano ed i poli logistici di Piacenza e di Castel San Giovanni, e nemmeno verso i caselli autostradali di Piacenza e Fiorenzuola”.

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IL COMUNICATO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

In mezzo alla ridda di dichiarazioni che si sono susseguite in questi giorni sulla proposta di modificare lo status dell’aeroporto di San Damiano da militare a misto militare / civile sono state dette molte cose inesatte, quando non delle vere e proprie falsità. Sarebbe il caso di riflettere sulla reale situazione dell’aeroporto e sulla destinazione logistica e turistica proposta.

Iniziamo dalle infrastrutture esistenti. E’ vero che esiste una pista di atterraggio di una lunghezza soddisfacente rifatta pochi anni fa, ma basta questo a dire di poter far diventare San Damiano uno scalo merci per i poli logistici di Piacenza e Castel San Giovanni già da domani? Ovviamente NO. Al momento non esistono nell’aeroporto tutte quelle infrastrutture necessarie ad una gestione moderna di uno scalo merci, ma soprattutto non esistono gli spazi, all’interno dell’area militare, necessari ad ospitare queste infrastrutture. Questi spazi andrebbero quindi trovati all’esterno del perimetro della base. E qui sorge una prima domanda: chi pagherebbe l’acquisto dei terreni e la successiva costruzione delle infrastrutture? Si sono per caso fatti avanti uno o più soggetti privati interessati a pagare di tasca propria l’acquisto dei terreni e la costruzione di tutte le infrastrutture aeroportuali necessarie?

Possiamo ora prendere in considerazione le vie di comunicazione. La base di San Damiano fu, per ovvi motivi difensivi, costruita lontano dalle principali vie di comunicazione, non è quindi esagerato affermare che al momento non esistono collegamenti adeguati tra San Damiano ed i poli logistici di Piacenza e di Castel San Giovanni, e nemmeno verso i caselli autostradali di Piacenza e Fiorenzuola. Nemmeno la nostra Salerno-Reggio Calabria, la fantomatica tangenziale Crocetta-San Polo-San Giorgio, abbandonata a se stessa da 4 anni con milioni di euro già buttati, sarebbe sufficiente ad assorbire il traffico pesante che si avrebbe con lo scalo merci, non essendo stata pensata per questa eventualità (il tracciato attuale prevede un solo senso di marcia per entrambe le direzioni). La stessa tangenziale di Piacenza sarebbe assolutamente insufficiente per i collegamenti con Castel San Giovanni, non esistendo il prolungamento della tangenziale stessa con quel polo logistico. In direzione Val d’Arda la situazione è addirittura peggiore, non essendo prevista nessuna tangenziale per i centri abitati che verrebbero intasati di camion. Come si pensa di affrontare questi problemi? Chi si farebbe carico di realizzare i collegamenti stradali necessari? Detto molto chiaramente: chi paga?? Sempre i fantomatici soggetti privati oppure sarebbero costi a carico della comunità? Perché nella seconda ipotesi ci permettiamo di far osservare ci sono tantissimi interventi MOLTO più urgenti che dovrebbero essere presi in considerazione.

Basterebbero queste poche considerazioni per capire le motivazioni che hanno spinto la Regione Emilia Romagna ad investire sugli scali già esistenti di Parma, Bologna e Rimini e NON sulla costruzione ex-novo di uno scalo merci a San Damiano.

In questi anni è circolata la voce di proporre l’aeroporto di San Damiano come centro logistico per la Protezione Civile: questa proposta ci trova pienamente d’accordo. Non sarebbero necessarie spese folli e per la posizione geografica San Damiano sembra essere il candidato ideale a ricoprire quel ruolo. Auspichiamo lo stesso fervore istituzionale visto in questi giorni anche nel sostegno di questa ipotesi, molto più sensata e sostenibile.