Amministratori del centrodestra piacentino in campo contro la riforma costituzionale. Per esporre le ragioni del no si riuniranno in un incontro aperto alla cittadinanza che si svolgerà a Piacenza alle 21 di venerdì 14 nella sala dell’ex Circoscrizione 3 di viale Martiri della Resistenza 8, insieme ai segretari di partito e ai consiglieri regionali. A presentare l’iniziativa, il consigliere regionale della Lega Nord Matteo Rancan insieme al segretario provinciale del movimento, Pietro Pisani, a Corrado Pozzi del direttivo provinciale, al coordinatore provinciale di Forza Italia, Jonathan Papamarenghi, al consigliere regionale di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e al sindaco di San Giorgio, Giancarlo Tagliaferri (FdI).
«Come cittadino, prima ancora che come politico, mi auguro che la popolazione risponda in modo forte a questo governo autoritario che riduce la democrazia togliendo il voto. La Costituzione non deve essere stravolta com’è nei loro programmi, ma adeguata alle nuove esigenze di una società moderna. Renzi, che vuole trasformare l’Italia in una casa dove comandano gli amici degli amici, ricordi le parole di Pertini: l’ex presidente della repubblica disse che quando si calpesta la democrazia, le persone devono intervenire anche in modo violento».
La ragione per cui saranno gli amministratori ad illustrare la contrarietà alla riforma è spiegata da Pozzi: «Sono loro l’anello di congiunzione tra lo stato canaglia e le esigenze del territorio, sono loro quelli chiamati a mantenere la dignità di fronte ad uno stato che li sottomette. Per questo sono stati scelti come testimoni del no».
Aggiunge Papamarenghi: «Gli amministratori hanno toccato con mano gli effetti dell’aver reso la provincia un ente di secondo livello, che non rappresenta i cittadini ed allontana i territori. Lo stesso avverrà con la trasformazione del sentato, promossa con la giustificazione del risparmio. Con loro lanceremo un no convinto al referendum, non per mandare a casa qualcuno ma per smontare le promesse del premier Renzi».
«Il risultato dell’avere un governo non eletto – accusa Tagliaferri – è un referendum avulso dalla realtà per far passare una finta riforma, sostenuto da politici che ignorano il voto popolare e che non si rendono conto dei pensieri e bisogni della gente. Per rimediare, il centrodestra si presenterà compatto all’appuntamento referendario con l’obiettivo di rigenerare la partecipazione dei cittadini».
Foti mette invece in luce le differenze con la riforma costituzionale elaborata dal governo Berlusconi dieci anni fa: «Il nostro modello – evidenzia – era coerente ed equilibrato da pesi e contrappesi, come il federalismo accompagnato dal presidenzialismo. Comodo dire oggi che si tagliano del 30 percento i parlamentari quando il centrodestra prevedeva l’abolizione completa del senato».