Lega Nord all’attacco: “L’amministrazione e la favola di Borgo Faxhall”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Lega Nord: "Per l'ennesima volta, nei giorni scorsi, i piacentini si sono sentiti raccontare la favola del comparto Borgo Faxhall e di nuovo non si sa a chi attribuire la responsabilità della mancanza del terminal autobus in quel comparto. Una favola fitta di misteriosi errori,  accidentali o forse no, ai quali si pone rimedio con l’impiego di denaro pubblico. Per capirci qualcosa, cominciamo dai commercianti. La categoria lamenta la mancanza di clientela, che all’atto dell’acquisto degli immobili si immaginava più numerosa in quanto il progetto, sulla carta, prevedeva il terminal autobus ad incrementare il flusso di persone. A guardare bene, il disegno comprendeva i parcheggi sullo scalo merci militare e la sosta dei mezzi pubblici dove ora trova posto il parcheggio della galleria commerciale. Purtroppo per chi ha comprato i negozi ai tempi, quella realtà non si è compiuta perché, per chissà quale distrazione, si scoprì che i militari non avevano nessuna intenzione di cedere lo scalo e tutto il comparto si trovò così privato degli standard di parcheggio. Altro inghippo emerso successivamente fu il vincolo emesso dalla Soprintendenza per i beni architettonici sul capannone Berzolla, fatto che pose altre limitazioni al comparto. È strano però che tutto questo venne a galla dopo il rilascio delle licenze edilizie e il completamento della galleria commerciale. Il progetto avrebbe quindi dovuto essere variato e ridimensionato, con l’intenzione di trovare i parcheggi in un comparto diventato più piccolo come per incanto. E i commercianti, dal canto loro, avrebbero dovuto prendere provvedimenti invece di lasciarsi convincere da ulteriori promesse senza uno straccio di contratto. Eppure, così non andò. Dopo quasi venti anni, nel 2014, l'amministrazione Dosi si fece carico di sbrogliare la matassa, trovando la soluzione per parcheggi e terminal autobubus e cercando, al contempo, il recupero degli oneri di costruzione che il costruttore non aveva mai versato nel corso degli anni (si suppone con la scusa dei danni subiti per licenze rivelatesi prive dei requisiti obbligatori per il capannone Berzolla come per lo scarico merci). È così che, oltre ai negozianti, anche la proprietà del comparto si è sentita penalizzata. Oggi sarebbe interessante scoprire chi ha procurato i danni che l'amministrazione Dosi intende sanare con soldi pubblici. Ma la cosa straordinaria di questa vicenda è che dopo tanti anni i militari finalmente cedono lo scalo merci, per cui ci sarebbe tutto l'interesse a riprendere in considerazione il progetto iniziale, diventato regolare: i commercianti avrebbero il dovuto, i bus avrebbero la loro collocazione e la proprietà dovrebbe pagare gli oneri con i quali sarebbe possibile riqualificare la zona senza aggravi per la cittadinanza. E invece questo non succede perché l'amministrazione comunale ha preferito acquisire 3300 metri quadrati di uffici dalla società proprietaria del comparto a fronte di milioni per oneri che la proprietà doveva alla città, accollarsi la spesa di parecchi milioni per la sistemazione del comparto, costruire una struttura milionaria sopraelevata per metterci i bus ed ignorare totalmente che lo scarico merci oggi esiste. Ricapitolando, oggi possiamo affermare che anni fa si fece finta che lo scarico merci fungesse da parcheggio, sebbene in realtà fosse falso, e che attualmente si fa finta che i parcheggi non esistano, quando invece ci sono ma non vanno considerati. Probabilmente qualcuno ha la bacchetta magica, tant’è che sotto l’amministrazione Dosi la proprietà del comparto ci ha rifilato 3300 metri quadri di uffici dei quali non sapeva che farsene (infatti sono vuoti da una quindicina d’anni) e ci ha fatto pagare metri quadri mai costruiti per la licenza di costruzione. Mai realizzati perché naturalmente avrebbero fatto la fine dei 3300 o di quei palazzi vuoti che si affacciano su piazzale Roma, costringendo il recupero di svariati milioni (dalle tasche dei cittadini) per sanare un comparto che altrimenti rimarrebbe così com’è. Ricordiamo che nei quasi tre decenni di favola riguardanti il comparto Borgo Faxhall le varie amministrazioni comunali succedutesi sono state tutte di sinistra, con le sole eccezioni di un paio di anni a guida Grandi e quattro anni di amministrazione Guidotti: il primo con tempo troppo limitato per prendere provvedimenti adeguati ed il secondo a battagliare con la proprietà dei tempi, che invece di 3300 metri quadrati voleva rifilare alla città ben 5500 metri di uffici. Ma Guidotti alle favole non credette. È assurdo che il comune arrivi con il metro in casa di un cittadino intenzionato ad aprire una finestra e pretenda subito i soldi, mentre nella nostra favola non si accorge di quasi un migliaio di parcheggi e non recupera milioni di euro di tasse. Milioni che al tempo si chiamavano miliardi".

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