Piacenza Suona Jazz:martedì 1°marzo l’originale gipsy-jazz dei Django’s Finger

Nuovo approdo per la rassegna che porta sedici concerti di grande musica Jazz tra febbraio e marzo in alcuni selezionati locali e i circoli di città e provincia. Sono otto quelli coinvolti nell’avventura di “Piacenza Suona Jazz”, costola del Piacenza Jazz Fest. La Muntà, storico locale situato nel cuore della città vecchia, a metà della storica scalinata da cui deriva il suo nome, conferma la sua partecipazione al progetto e, per il secondo suo appuntamento, ospita la formazione dei Django’s Fingers che suoneranno martedì 1° marzo alle ore 22:00. La rassegna è resa possibile grazie alla collaborazione con le gestioni dei locali coinvolti, al fondamentale sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e al Patrocinio del Comune e della Provincia di Piacenza. Il concerto è gratuito, come tutti quelli della rassegna.Il quartetto è composto da Emiliano Vernizzi al sax soprano, Corrado Caruana alla chitarra, Alessandro Ricci alla chitarra e Giacomo Marzi al contrabbasso.I Django’s Fingers sono stati tra i primi musicisti in Italia a proporre il genere gipsy-jazz (o swing manouche) in quanto fino ad alcuni anni fa era un genere musicale che si fermava ai confini francesi. Grazie alla loro esperienza concertistica i Django’s Fingers mostrano un incredibile interpaly e nel tempo hanno consolidato uno stile sempre più personale, ricco di contaminazioni, dinamiche e veri e propri dialoghi tra strumenti, caratterizzato da un linguaggio moderno e tradizionale nel contempo.Nel panorama chitarristico europeo esiste una tradizione strumentale che ha le sue radici nella cultura dei nomadi Manouches, una delle principali famiglie zingare del continente. Una tradizione in cui la musica più autenticamente gitana, già di per sé frutto della fusione di varie culture, assorbe gli elementi ritmico armonici del jazz americano e che è stata resa nota in tutto il mondo dallo smisurato talento di Django Reinhardt. Lo Swing Manouche nasce dall’incontro del Jazz americano degli Anni ’30, dal Valzer Musette francese e dalla tradizione tzigana. Tutto questo impregnato da nomadismo zingaro e dalla contaminazione diretta delle musiche incontrate. Questa magica fusione è avvenuta come evoluzione personale e percorso naturale di alcuni musicisti gitani e manouches il cui caposcuola, da tutti riconosciuto, fu il leggendario Django Reinhardt. Questo grande musicista ha saputo coniugare la libertà di espressione con il virtuosismo tzigano del fraseggio, concentrando in lui la sostanza musicale e operando una sintesi innovatrice che riassume il passato, preparando il futuro. Oggi, a più di cinquant’anni dalla morte di Django Reinhardt, il Jazz Manouche (Swing Manouche o Gipsy Jazz) continua incredibilmente ad evolversi.
Settimana fitta di concerti per il “Piacenza Suona Jazz”: domani al Tuxedo suoneranno i “Two Late Trio”.

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