Risoluzione all'Assemblea legislativa: "L'attuale sistema, che pure ha caratteri di assoluta valenza scientifica, a causa del lungo tempo necessario alla redazione dei documenti tecnici risulta di frequente non adeguatamente tempestivo rispetto alla necessità di determinare un'attivazione da parte delle autorità locali e della Protezione civile per porre in essere le previste misure di autoprotezione"
Il nuovo piano di allertamento regionale è al centro di una risoluzione presentata all’Assemblea legislativa da Matteo Rancan (Ln) e Tommaso Foti (Fdi-An).
Relativamente alla redazione del piano, i consiglieri chiedono di “attivare in via sperimentale per le valli Nure e Trebbia", in provincia di Piacenza, "un protocollo di rilevazione basato sulla tempestività della comunicazione di dati rilevati, anche nella loro forma grezza e in attesa della elaborazione dei dati da parte delle strutture regionali, con precisazione che le strutture regionali costituiscono e costituiranno l’insostituibile perno del sistema di allertamento e luogo di imputazione della responsabilità in caso di mancata o errata attivazione”. Propongono inoltre di “costituire un tavolo di lavoro per la determinazione di soglie di piovosità, cui ricollegare l’attivazione puntuale di stato di ordinaria, moderata ed elevata criticità per le zone immediatamente a valle”. Oltre a “valutare, per le modalità di attivazione del livello locale, il ricorso ad applicativi smart, ricorrendo anche ai social media per le comunicazioni destinate ai cittadini potenzialmente esposti al rischio”. E ancora, i due esponenti di minoranza chiedono di “interloquire con i gestori di invasi artificiali affinché mettano a disposizione del sistema di allertamento le portate di rilascio in tempo reale”. E infine, sollecitano “l’affiancamento al sistema attuale e di previsione, caratterizzato da elevata precisione ma con lunghi tempi di elaborazione, di un sistema di comunicazione, caratterizzato da elevata tempestività, di dati potenzialmente critici basato sui dati delle soglie ‘statiche’ e locali”.
Secondo Rancan e Foti, “l’attuale sistema di allertamento regionale, che pure ha caratteri di assoluta valenza scientifica, a causa del lungo tempo necessario alla redazione dei documenti tecnici risulta di frequente non adeguatamente tempestivo rispetto alla necessità di determinare un’attivazione da parte delle autorità locali e della Protezione civile per porre in essere le previste misure di autoprotezione”. Per questo chiedono l’attuazione di misure “utili ad azzerare il tempo di risposta” rispetto a “eventi a carattere alluvionale su bacini torrentizi quali quelli che attraversano il territorio piacentino, che presentano caratteristiche analoghe a quelle della maggior parte dei corsi d’acqua emiliano-romagnoli”.