Riforma della cittadinanza, Fabbri (Pd): “Un punto di svolta epocale”

 

Radio Sound

“L’opinione pubblica italiana è spesso orientata dal giudizio negativo dei media per quanto riguarda i fenomeni migratori e così spesso ci si dimentica di guardare anche ai benefici che gli stranieri portano, anche se basterebbe dare un’occhiata ai dati macroeconomici per averne conferma”. Così ha esordito l’onorevole del Pd Marilena Fabbri, relatrice questa mattina nel convegno organizzato dalla Cgil alla Camera del Lavoro di via XXIV maggio per far luce sui punti focali della nuova riforma della cittadinanza, in discussione alla Camera già dalla prossima settimana. “La prima novità riguarda l’introduzione dello ius soli temperato – spiega la Fabbri – per i figli di genitori stranieri in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo e dello ius culturae per i minorenni che abbiano frequentato un completo ciclo scolastico, ma è stata modificata anche la norma che prevedeva l’obbligatorietà di esibire il permesso di soggiorno per gli atti di stato civile, aprendo cosi la strada all’ottenimento della cittadinanza anche per i figli la cui nascita non è stata denunciata all’anagrafe dai genitori”. Un provvedimento, dunque che se approvato – si parla di inizio 2016 come data limite – andrebbe a riguardare circa 850mila stranieri, rappresentando un significativo punto di svolta rispetto al modo in cui in Italia è tradizionalmente percepito il ruolo degli immigrati: “Si è troppo spesso guardato allo straniero come ad un estraneo di cui aver timore, ma sono convinto che nella pratica quotidiana insicurezza e paura vadano a stemperarsi, a discapito delle immagini alimentate dai media e da una parte politica. La realtà degli stranieri in Italia è una realtà di gente che lavora e produce ricchezza (8,2% del Pil per 125mld di ricchezza complessiva), e versa i contributi con cui vengono pagate 620mila pensioni degli italiani, con un tasso di evasione fiscale forse più basso rispetto alla media degli italiani”.       

Soddisfatto Yassine Baradai, portavoce della comunità islamica di Piacenza: “E’ un primo passo significativo, con cui si andranno a risolvere questioni rimaste in sospeso per oltre vent’anni, dopodichè i diritti dovranno veramente essere riconosciuti, come il diritto ad avere un luogo di culto degno e tutti gli altri diritti sanciti dalla costituzione. Il mondo sta cambiando rapidamente e si spera che con questa riforma l’Italia si metta al passo degli altri paesi europei”.