Alluvione, Dosi: “Segnali d’allarme troppo generici. Evento non prevedibile”

Dopo un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell'alluvione il sindaco Paolo Dosi ha riferito all'assemblea in merito agli avvenimenti del 14 settembre. Sotto la lente del primo cittadino la devastazione di Roncaglia e la possibilità che l’allarme dell’imminente pericolo sia stato lanciato in ritardo. Tra l’esondazione del fiume Nure a Farini e Bettola e l’arrivo dell’ondata in pianura sono infatti passate tre ore. Tre ore di silenzio in cui nessuno avrebbe avvisato le istituzioni piacentine: "Partendo dalla piena del fiume Trebbia: le prime telefonate sono arrivate ai dirigenti comunali in merito al rilascio d'acqua dalla diga Boschi. Dalle 4 sono giunte le prime telefonate riguardanti una situazione di piena del fiume Trebbia: gli operatori comunali hanno iniziato a transennare i tratti stradali cittadini considerati esondabili dal piano di Protezione Civile. Alle 4,39 l'allerta è diventata ufficialmente allarme".

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E' su questo punto che il sindaco si sofferma: "Allarme è un'indicazione generica, in passato furono diramati stati di allarme più dettagliati per avvenimenti molto meno gravi. E al contrario del passato ci siamo trovati di fronte a un avvertimento troppo generico per un'attivazione operativa, a una mail dove non si entrava nel dettaglio di quanto stesse accadendo: quanta pioggia stava scendendo, quale carico d'acqua il fiume stava trasportando e altre informazioni dettagliate. L'allarme è rimasto un avvertimento generico mentre l'evento si è rivelato di natura eccezionale. Tra le 7,45 e le 8 la piena ha interessato quelle aree considerate a rischio dal piano di protezione civile".

"Passando al Nure. Anche in questo caso le prime informazioni riguardanti a un possibile rischio sono giunte intorno alle 4. Anche in questo caso gli operatori comunali si sono messi all'opera per transennare le zone considerate a rischio esondazione dal piano di protezione civile. Alle 4,39 la fase di allarme, generica e non dettagliata come nel caso del Trebbia. Tra le 7,30 e le 8 si è verificata l'esondazione del Nure a Roncaglia. A differenza del Trebbia il Nure è esondato in zone non indicate come "a rischio" dal piano di protezione civile"

Il sindaco ha poi letto il rapporto stilato dall'Arpa Emilia Romagna: "Le previsioni meteo dei giorni immediatamente precedenti, sabato 12 compreso, indicavano probabili fenomeni temporaleschi intensi all'altezza del Golfo Ligure. Tutti i modelli indicavano fenomeni meno intensi di quelli poi verificatisi e soprattutto localizzati all'altezza della costa ligure. Tant'è che il centro funzionale della Liguria ha emesso il più alto grado di allerta, mentre quello dell'Emilia Romagna solo un bollettino di attenzione per temporali forti sul settore occidentale della regione. Questo dipende dal fatto che non esistono previsioni certe e che per certi episodi di maltempo le stime richiedono di essere aggiornate quasi in tempo reale".

Tommaso Foti: “Ci vuole qualcuno che si assuma responsabilità, dalle istituzioni ai tecnici. Guardando la cronistoria, alle 12 di domenica 13 settembre, nella pianura di Parma e Piacenza e nei bacini Taro e Trebbia, risultava già che vi sarebebro stati sviluppo di temporali di forte intensità associati a raffiche di vento forte e fulminazione. Alle 13.30 si parla di pioggia elevata maggiore di 30 mm in 6 ore. Per questo chiedo l’istituzione di una Commissione d’inchiesta regionale, visto che l’Emilia Romagna aveva iniziato a dare avvisi alle 4 del mattino. E ancora, l’Arpa alle 12.30 diceva che le precipitazioni avrebbero potuto aumentare i livelli idrometrici sui corsi d’acqua. Ma alle 12.30 erano già superati a Cabanne (Comune di Rezzoaglio), Salsominore, Trebbia Valsigiara e Ferriere idro, con un livello di attenzione 2. Ancora alle 3 del mattino, il rapidissimo livello idrometrico stava raggiungendo un grado superiore ai livelli massimi storici. Senza dimenticare il bollettino delle 2.30 che certificava come in quattro zone erano superati i gradi di elevata soglia 3, la massima.  Il sindaco di Piacenza è stato avvisato alle 4 con una mail, che riguardava il fiume Trebbia, dando atto che era stata aperta la diga di Boschi. Alle 5 del mattino è poi arrivata l’allerta del fiume Nure. Ma il sindaco c’era in Prefettura alle 12 di lunedì mattina? Non c’era e neppure un assessore del Comune di Piacenza. Ma lo sapete che alle 8.20 sulla strada di Cortemaggiore era ancora consentito il traffico e anche nel sttopasso di Pontenure? Qualcuno si vuole prendere la responsabilità?”. . 

Erika Opizzi: “I Fondi stanziati dall’assessore Gazzolo sono stati insufficienti per opere strutturali in montagna. Questa volta l’evento è eccezionale, però molti danni potevano essere limitati”. 

Carlo Pallavicini: “Segnalo che Sant’Antonio, dove inizia il ponte sul Trebbia, c’è una serie di imprese che lavorano dentro il greto del fiume. Chi ha concesso il permesso di edificabilità? Bisognerebbe pensare a un trasloco di queste attività, nel rispetto del lavoro, perché sono a rischio”. 

Andrea Gabbiani: “I geologi dicono che succederà di nuovo. A causa anche dell’espansione delle nostre città e dei nostri paesi e bisogna quindi prendere provvedimenti”.  

Massimo Polledri: “Siamo nel momento dell’emergenza e del dolore. Vanno bene le risposte tecniche del sindaco, però bisogna decidere se qualcosa non ha funzionato. Un’onda di 24 metri a Bettola, segnalata dal povero Luigi Agnelli che lo ha scritto su Facebook alle 4 del mattino prima della fine tragica che ha fatto poteva essere segnalata?. Ormai le allerte sono uno scaricabarile”. 

Roberto Colla: “Abbiamo solo una domanda: il protocollo prevede le mail per avvisare i sindaci. Ma allora in che situazioni si arriva ad avvisare il sindaco? Oggigiorno siamo da questo punto di vista meno sicuri perché il protocollo prevede una mail invece di una chiamata sul cellulare?”. 

Marco Colosimo: “Dobbiamo ringraziare chi si è impegnato, dai singoli cittadini alle associazioni di categoria. Però serve un gesto di responsabilità da parte di questo consiglio comunale. Non è l’esonero contributivo che può risolvere le soluzioni ai cittadini di Roncaglia.