“Il processo di cambiamento dell’Italia è iniziato. Tante cose sono state fatte, alcune bene altre migliorabili. Ma dopo un anno e mezzo di Governo posso dire che sono soddisfatto”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti intervenuto alla serata conclusiva della Festa Democratica insieme con l’amico piacentino Roberto Reggi. A intervistarli il presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna Antonio Farnè.
“Oggi stiamo raccogliendo i primi frutti dell’azione di governo – ha detto Lotti – se siamo contenti? In parte sì e in parte no. Faccio un esempio: tempo fa per qualcuno gli 80 euro erano una semplice mancia elettorale, oggi sta dando i risultati e tanti segni economici recano segno “più”. Il Job Act ci sta dando dati ulteriori risultati positivi: quelle 345mila persone che si sono viste modificare il contratto da tempo determinato a tempo indeterminato oggi hanno una certezza in più. Ma vogliamo fare di meglio. Non sono contento di alcune riforme ancora insabbiate tra Camera e Senato, della riforma del terzo settore che ci sta mettendo più del previsto a partire. Certo, qualcosa sta cambiando, abbiamo incontrato più difficoltà del previsto, però siamo convinti che qualcosa abbiamo fatto e qualcosa sia cambiato. Vogliamo proseguire diminuendo anche le tasse e tra qualche giorno lo inseriremo nel Documento di programmazione economica e finanziaria”.
Domani riparte il percorso delle riforme istituzionali in commissione al Senato: “Sulle riforme non possiamo fermarci ora, stiamo parlando di riforme epocali. Vogliamo superare il bicameralismo, un sistema che permette di impantanare tutti i provvedimenti e che da sempre blocca lo sviluppo. Vogliamo modificarlo insieme a quello della legge elettorale, l'”Italicum”. Lo dicevano prima che nascessi che occorreva superare il bicameralismo: e noi faremo scegliere agli italiani con un referendum. Siamo disponibili al dialogo anche con chi non la pensa come noi. Siamo convinti che un punto di mediazione ci sia, apertura massima anche all’interno del nostro partito, però non accettiamo che tutto si fermi. Se ci fermiamo ora, sarebbe ripartire da zero. Lo stop non lo possiamo accettare. Ma non perché ce lo fanno 25 nostri senatori, ma perché non saremmo credibili di fronte ai nostri elettori. Se il Pd sa fare il Pd, non c’è bisogno di Verdini e dei suoi amici. Diversamente cercheremo in Parlamento i voti necessari perché noi lo abbiamo promesso agli elettori. Lo ripeto, è una riforma di portata epocale”. In specifico sulla legge elettorale: “Non siamo certo di fronte a una deriva di carattere democratico”.
Alla domanda su che tipo di Pd abbia in mente l’attuale dirigenza democratica, Lotti è stato chiaro: “È un partito che rimane di centrosinistra e che declina i valori seguendo i cambiamenti del mondo. Forse sì, ci sarà un metodo diverso rispetto al passato. Era chiaro che qualcosa andava riorganizzato. Questo partito deve superare – e ancora forse non è riuscito a farlo – i due vecchi filoni del passato, Ds e Margherita. Il Pd non è una casa degli ex, ma per quelli che vengono dopo. Una casa più grande dove si possono avere opinioni diverse, ma dove si sta insieme. Non vogliamo fare il partito della Nazione, ma questa è la nostra traccia. Non abbiamo paura delle discussioni interne, ben venga il dibattito. Civati e Fassina ci spiegavano le cose dall’interno e poi se ne sono andati: criticavano il presunto verticismo del partito e infatti ora stanno diventando piccoli leader dei loro rispettivi movimenti.
Ben venga il dissenso interno, ma servono regole: c’è una maggioranza e c’è una minoranza. Alla prima spetta decidere”.
Sulle tasse Renzi ha promesso alleggerimento fiscale, con l’eliminazione delle tasse sulla case e con sgravi per le imprese. “Le coperture ci sono – ha detto Lotti – sarà un lavoro duro da parte del ministro Padoan ma l’Europa ci deve dare un’apertura di credito e di flessibilità. Oggi siamo un paese più credibile”.
Sull’editoria è quasi pronto un disegno di legge che riorganizzerà tutto il mondo dell’editoria e dei contributi. “Cambieranno i metodi di finanziamento: non possiamo accettare che un giornale ricavi l’80% del suo bilancio attraverso i finanziamenti. Dovranno essere regole che riorganizzano un mondo che non può vivere di sussidio”.
Infine sulla questione immigrazione Lotti ha detto: “Quando dicevamo che era un problema europeo un anno fa e che serviva un certo tipo di accoglienza ci deridevano. Ora anche il governo tedesco si sta comportando in maniera diversa. È il segno che anche in Europa sta cambiando qualcosa e forse un pò di merito lo abbiamo anche noi”.