Bus, i sindaci dissidenti: “Abbiamo pagato, ora almeno si ascoltino cittadini”

Trasporto pubblico locale, i quattro sindaci riluttanti a pagare la quota alla Provincia si arrendono. L’ente di via Garibaldi aveva chiesto ai 48 comuni del Piacentino di pagare una somma con cui finanziare ognuno le proprie tratte di competenza. Una richiesta di denaro alla quale si erano opposti Papamarenghi di Lugagnano, Girometta di Cortemaggiore, Bricconi di Cadeo e Battaglia di Caorso. Un rifiuto motivato con le tante spese già sostenute dagli enti locali per i vari servizi. Alla fine, però, di fronte alla minaccia di restare isolati e senza mezzi pubblici i primi cittadini si sono adeguati a malincuore. "E’ un ricatto – chiosa Gabriele Girometta di Cortemaggiore – noi siamo sempre stati disposti a eliminare le corse inutili e meno frequentate per permettere di risparmiare denaro, ma in questo caso ci siamo trovati di fronte alla minaccia di lasciare a piedi senza autobus i nostri abitanti. Essendo amministratori di buon senso abbiamo così deciso di interrompere il braccio di ferro e pagare la nostra quota: lo abbiamo fatto solo per i cittadini, per garantire loro un servizio, questa manovra ci lascia l'amaro in bocca e grida vendetta".

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Tant'è che, continua Girometta, la battaglia non finisce qui: "I nostri residenti sono scontenti e insoddisfatti dell'attuale servizio di trasporto pubblico, sono state persino raccolte delle firme per chiedere un netto cambiamento. Ebbene, adesso abbiamo pagato, la gente ha pagato, e ora Provincia e Tempi dovranno ascoltare i residenti e accontentare le loro richieste. Mi attiverò fin da subito perché siano fissati degli incontri con i cittadini per ascoltare le loro problematiche".