Case della salute, Rancan (Lega Nord) chiede un cambio di rotta

Matteo Rancan, consigliere regionale della Lega Nord, punta l’attenzione sulle Case della Salute  chiedendo alla giunta di rivedere un progetto che appare troppo costoso e che non sembra in grado didare al territorio le risposte alle sempre crescenti richieste. 
“Le Case della Salute – spiega Rancan – rappresentano uno dei modelli organizzativi che la Regione Emilia-Romagna sta realizzando su tutto il territorio per concentrare professionisti e servizi sanitari. Due di queste ‘case’ sono già funzionanti sul territorio piacentino: una a Podenzano e una a Borgonovo Val Tidone, per investimenti complessivi di euro 4.016.384, finanziati in parte dalla Regione Emilia-Romagna, in parte dallo Stato e in parte dall’USL. 
“Contestualmente – spiega Rancan – a causa del blocco delle assunzioni, quando un sanitario ospedaliero termina il servizio per pensionamento non viene sostituito, con evidente difficoltà al mantenimento dei servizi sanitari”. Ma  non solo, “tra i modelli organizzativi da realizzare nell’ambito del servizio sanitario regionale – riprende Rancan – potrebbero essere introdotte anche le unità complesse di cure primarie (UCCP) che richiederebbero ulteriori investimenti sotto il profilodegli spazi e delle risorse umane. Modelli organizzativi dispendiosi e scarsamente efficaci, anche secondo quanto evidenziato pubblicamente dai medici di base coinvolti”.
A questo proposito, suggerendo alla giunta di rivalutare e potenziare, attraverso incentivi delle ASL, i nuclei di cure primarie, che hanno dimostrato migliore efficienza e minore spesa a carico del servizio sanitario regionale, Rancan ha chiesto alla regione a quanto ammontino gli investimenti previsti per la realizzazione delle prossime case della salute ed eventuali unità complesse di cure primarie nel territorio provinciale di Piacenza e dove saranno realizzate. “Alla Giunta – spiega Rancan – ho chiesto se non ritenga opportuno incentivare nuclei di cure primarie, che richiedono minori investimenti e spese di funzionamento e se, a fronte dei tagli effettuati sui servizi sanitari, non ritenga più opportuno concentrare le risorse per garantire livelli di qualità dei servizi, ridurre tempi di attesa per prestazioni ed esami e per evitare che cittadini emiliano-romagnoli si rechino presso strutture sanitarie di altre regioni pur di ricevere adeguati ed efficienti servizi e prestazioni”.
“In ultimo, ma non meno importante – conclude Rancan – ho chiesto a Bonaccini come intenda far fronte al mantenimento dei servizi ospedalieriattualmente forniti, stante i cospicui investimenti nelle case della salute e la progressiva diminuzione di personale per pensionamento e blocco delle assunzioni. Erigere cattedrali nel deserto non serve a nulla e a nessuno. Se poi è oltremodo costo e poco funzionale, serve ancora meno”.