Asp Città di Piacenza, in commissione 3 volano gli stracci tra maggioranza e opposizione, con quest’ultima che ha cercato di rinviare e sospendere la seduta per ben tre volte portando queste richieste al voto e poi ha abbandonato l’aula in polemica. Ma la discussione odierna (mercoledì 25 marzo), che doveva trattare della delibera con la quale il Comune ha intenzione di passare alla gestione totalmente pubblica del servizio offerto agli anziani, 108, ospitati al Vittorio Emanuele, ha riservato ben più di un aspetto di rilievo.
Alla presenza di una cinquantina di lavoratrici, preoccupate per il bando che dovrebbe essere aperto secondo la legge – e che sembrerebbe non garantire a tutte la riconferma del loro impiego – la discussione è partita con la risposta del sindaco Paolo Dosi alle accuse di Cooselios e Aurora, che hanno in gestione l’appalto da 10 mesi – le quali avevano definito il progetto varato dalla giunta come “illegittimo” e annunciato di aver dato mandato ai propri avvocati di verificare l’eventualità di ricorrere alle vie legali: “Il Comune, socio di Asp al 64% – ha detto Dosi – ha rilevato delle perdite che andranno a gravare sul bilancio di palazzo Mercanti. Questo ci ha messo nelle condizioni di intervenire in modo radicale”. Un intervento che dovrà prevedere “un nuovo livello gestionale del contratto di servizio e un piano industriale utile a rientrare nei costi. Anche perché l’attuale gestione, con due soggetti nella medesima realtà, risulta essere antieconomica. Dallo studio che abbiamo commissionato (università di Reggio Emilia e Modena) è stato rilevato che né la gestione totalmente pubblica né quella totalmente privata risolverebbe i problemi. Ma anche grazie al maggior sostegno che potrebbe permettere la Regione, con la gestione pubblica potremmo risparmiare circa 300mila euro l’anno (700mila con il privato, ma rimarrebbero a carico i lavoratori non riassorbiti)”. Il sindaco, poi, ha assicurato che “non vogliamo mettere in discussione la gestione integrata dei servizi, ma trovare una risposta cucita su misura a questa specifica realtà”.
In seguito è stata la volta dell’amministratore unico di Asp, Marco Perini, che ha spiegato nel dettaglio la situazione in cui versa l’ente e le possibilità che si aprono per mantenere un servizio di qualità, gli attuali posti di lavoro e, anzi, poter avviare nuove idee di sviluppo: “Due sono le strade. O investire, oppure disinvestire. Non si può rimanere a metà. Perché la situazione economica di Asp pesa sul bilancio del Comune. Ma investire è possibile e i progetti di rilancio ci sono e potrebbero iniziare domani. Tra i tanti, per esempio, la valorizzazione dell'ala est del Vittorio Emanuele per nuovi posti per anziani non in regime di convenzione. Oppure altri alloggi in via Gaspare Landi per spazi sociali e ospitalità a donne sole. E ancora, utilizzare immobili vuoti dell’ex Santa Chiara. Senza contare che dietro al Vittorio Emanuele esiste una struttura che potrebbe essere adibita a servizio riabilitativo. Comunque servono investimenti”. L’amministratore unico non ha escluso poi che possa essere utile cambiare persino la ragione sociale dell’Asp “in Fondazione, oppure a partecipazione pubblico-privato”. Perini, inoltre, ha tenuto a precisare che “nessuno ha intenzione di mettere in discussione le professionalità che sono oggi impiegate e si farà di tutto per mantenere. Anche perché – ha sottolineato – da un recente questionario redatto dai familiari degli anziani ospitati, è emerso come il 100% di loro consiglierebbe la struttura per qualità percepita”.
Le rassicurazioni e i tanti progetti esposti, però, non hanno convinto l’opposizione. Marco Colosimo ha chiesto subito un rinvio della discussione perché non abbiamo avuto il giusto tempo per valutare lo studio dell’università e la delibera che ci avete consegnato”. Dello stesso avviso il consigliere Massimo Polledri, che ha tuonato contro l’amministrazione: “Ci avete spiegato per un’ora dei numeri e dei progetti, ma non cosa cambierà per gli anziani e per le loro famiglie. Senza dimenticare le persone che lavorano. Poi ci date un giorno per valutare quattro pagine di delibera e un faldone di studio e vi aspettate che votiamo a favore? Ci rivedremo in consiglio comunale”.
Tre i voti per far saltare la seduta, che però sono stati annullati dalla maggioranza. Circostanza che ha portato l’opposizione ad uscire dall’aula e abbandonare la commissione. Tutti i consiglieri, tranne quelli del Movimento 5 Stelle, che comunque hanno osteggiato il progetto: “Chiedo l’intervento del segretario comunale, perché questo atto non rispetta la legge” ha detto la capogruppo Mirta Quagliaroli. Seguita dall’intervento ancor più duro della consigliera Barbara Tarquini: “Dobbiamo renderci conto che votiamo un documento letto da un solo consigliere, ovvero Sandra Ponzini. Dovevate pensarci prima di commissionare uno studio, qua lascia tutto pensare che si arrivi a una certa conclusione”. Allusione rimarcata dal consigliere Carlo Pallavicini: “Chiedo se il professore Eugenio Caperchione, che ha realizzato lo studio, è la stessa persona dentro il collegio sindacale di Unicoop?”.
“Non ne ho idea, mi informerò” ha risposto l’assessore al nuovo Welfare, Stefano Cugini, molto risentito per le allusioni. E ha poi chiarito, da par suo, il passaggio in proposto per l’Asl: “Smentisco che queste operazioni sono fatte per passare tra un anno a una cooperativa. L'amministrazione in questo passaggio ha deciso di partire da questo studio e non riteniamo di spendere altri soldi pubblici per un altro studio. Come ha detto il sindaco, la convivenza forzata in un unico immobile che per burocrazie è stato diviso in due strutture da 108 posti non ha consentito di uniformare spazi e servizi. Questo processo non è un escamotage per cambiare solo il gestore del servizio ma per garantire un migliore servizio senza perdite”.