Ogni volta che mi capita l'occasione di poter negare il luogo comune del "giovane nullafacente",la colgo volentieri per poter dimostrare che accanto agli sfaccendati,ci sono quei ragazzi che,anche nel loro piccolo,vogliono lasciare un segno,portando con sè creatività,innovazione e perspicacia. Proprio queste sono state le caratteristiche di Mattia Valente e Andrea Biggi,che a settembre dell'anno scorso hanno dato vita a una realtà che qui a Piacenza non si è mai vista: il Highlife Store. Dopo un anno di viaggi e ricerca dettagliata,hanno deciso di portare nella nostra città un po' di cosmopolitismo con la loro passione per lo streetwear,ovvero la cosiddetta moda di strada. Questo genere ha da sempre subito discriminazioni,perchè sembrava rispecchiasse il disagio e la protesta giovanili,pericolosi per il quieto vivere delle città. I clichè hanno un che di vero,ma mai fermarsi alla superficie. In realtà è questa una cultura che esprime molto di più di delinquenza… E' anzi il riflesso del concetto d'associazione,di comunità, di libertà e di democratizzazione della società.Questi ragazzi, quindi,hanno saputo arricchire la nostra città portando con passione e competenza una fetta di mondo in questa piccola realtà.
Attorno a quale idea avete sviluppato il concept dello store?
Sicuramente girando l'Europa, scoprendo le tendenze e capendo come ci si muove tra giovani. In molte città europee come Berlino, Londra, Amsterdam, ci sono store di streetwear, mentre in realtà più piccole e provinciali come Piacenza queste tendenze mancano, perchè c'è più tensione a formare gruppi che vestono il marchio,senza avere una cultura a riguardo. Faccio un esempio: molti adorano Obey,ma pochi sanno che è un personaggio, che al di fuori della moda e del business, ha influenzato culturalmente il modo di pensare della gente in America e non solo,grazie a suoi svariati graffiti e alla famosa campagna elettorale di Obama. Bisogna sapersi distinguere. Perciò spinti anche dalla passione per lo stile di vita rappresentato dalla moda di strada, abbiamo deciso di aprire questo negozio con la prospettiva di dare un'impronta più internazionale alla città e cercare di raggiungere un livello che già da anni c'è in tutta Europa.
La cultura è importante per distinguersi dalla massa e non cadere nel clichè.
Oltre alla cultura è necessario essere aperti alle novità e guardarsi intorno,scoprire i vari modi di pensare delle persone, viaggiare per capire le varie tendenze e fare ricerca,per scoprire infine un proprio stile personale. C'è da dire che la propaganda influenza molto la consapevolezza delle persone. Se in America i marchi di streetwear vengono pubblicizzati seguendo sempre e solo una cultura con radici profonde,qui il marchio segue la fama del testimonial e quindi una strategia di marketing e business, che porta a conforndersi con la massa.
Qual è l'estetica alla quale è ispirato lo stile che ricercate?
Lo stile che proponiamo subisce l'influenza del basket,dello skateboard e della cultura club,che non segue i dettami della moda,ma attraverso un mix di vari stili,va a creare una tendenza. Proponiamo quindi un prodotto leggermente diverso,per chi vive nella realtà di provincia ma cerca qualcosa di nuovo e particolare.
Lo streetwear è stato fortemente influenzato dallo sport e solo a prtire dagli anni '80 ha inziato a svilupparsi come una vera e propria moda govanile. Perchè secondo te l'urban fashion sta assumendo un ruolo sempre più importante nella moda?
Sicuramente la moda di strada è arrivata in ritardo in Europa,proprio perchè ad esempio la mentalità newyorkese o californiana era completamente diversa da quella di Barcellona negli anni '80. Quindi ovviamente il fatto di viaggiare e il confrontarsi con nuove culture,ha portato alla contaminazione degli stili e del loro sviluppo anche in Europa.
Questo genere di abbigliamento non è solo un modo di vestire,ma è soprattutto uno stile di vita,una cultura.
Certo. Infatti c'è una stretta connessione con la cultura e il modo di vivere la città. Se ad esempio non c'è lo skatepark,il campo da basket underground o varie altre situazioni,questo stile fa fatica a svilupparsi. Se si va però a Barcellona o a Londra dove ci sono queste strutture, si vede come la mentalità permette di esprimersi a coloro che praticano skateboard, parkour o comunque un'attività che riguarda il frequentare le strutture cittadine. E' un fatto importante,perchè la moda di strada nasce anche dall'idea di aggregazione, ma soprattutto oggi,nell'era tecnologica,la gente si sta allontanando da questo concetto. Lo streetwear può quindi richiamare la gente a uscire,praticare gli sport,raggrupparsi e vivere la città.
La moda nasce sulle strade,quindi si crea un percorso dal basso verso l'alto. E' questo secondo te un processo di democratizzazione della moda?
Secondo me sì. Anche se ancora in certi casi lo streetwear è visto con disprezzo,molti grandi stilisti prendono spunto da sport come lo skateboarding o il basket,per arricchire le loro collezioni e perchè capiscono che ora questo fa tendenza e che potrebbe avvicinare anche i ragazzi più giovani alla moda.
Sei anche coolhunter,ovvero sempre alla ricerca di nuove tendenze. Cos'è per te lo stile?
Lo stile non lo trovi nei negozi,non si compra. Viene da dentro,dal proprio gusto personale,perchè ogni individuo può coltivare la propria idea di moda rimanendole fedele e cercando di non subire influenze da nessuno… Se no si rischia di diventare uno della massa.