Tra gli ospiti più innovativi di Poetry Break un grande poeta statunitense di origini italiane: Lawrence Ferlingetti, nato nel 1919 a New York e ancora vivente. E' stato un esponente della Beat Generation, un movimento innovativo che coinvolgeva diverse discipline artistiche nato negli Stati Uniti negli anni 50 e che poneva come punti cardini la rottura con il moralismo degli anni precedenti, con una grande tensione verso la libertà sessuale e di genere, politica, la sperimentazione di droghe e comportamenti alternativi e una vicinanza con le religioni orientali.
Ferlinghetti, la cui famiglia era originaria dela provincia di Brescia, viaggiò moltissimo nella sua vita, si arruolò durante la Seconda Guerra Mondiale e fu proprio in quell'occasione che scoprì che il suo cognome Ferling non era esatto, era stato trascritto in questo modo dal padre quando era emigrato, forse per renderlo più simile a un cognome americano e integrarsi più facilmente. Quando Lawrence lo scoprì si riappropriò del vero cognome di famiglia e si sentì sempre un po' italiano, al punto che scrisse anche recentemente delle poesie in occasione dell'anniversario dell'Unità d'Italia.
Ferlinghetti è un grande poeta, che richiama a tratti la poesia potente di Walt Withman, ma qui lo vogliamo ricordare anche come divulgatore culturale ed editore coraggioso.
A San Francisco creò infatti la famosa casa editrice "City Lights" che ospitò molti autori, all'epoca molto contestati" di quegli anni. Fu il primo a dare alle stampe il famoso "Urlo" di Alan Ginsberg, che fu inizialmente confiscato dalle autorità giudiziarie e che portò l'autore al'incarcerazione.
Ho scelto tra l'enorme produzione di questo poeta una lirica dedicata ai poeti. E' bene chiaro che per Lawrence il poeta non doveva più essere un contemplatore sdolcinato del mondo, un filosofo solitario e un po' snob, ma un uomo attivo, rivoluzonario, capace di scendere dal suo Parnaso per urlare le esigenze di un mondo nuovo.
Bella l'interpretazione di Omar Giorgo Makholoufi, il nostro giovane attore, che lo interpreta tutto di un fiato, con l'impeto di quella giovane generazione rivoluzionaria americana, della cui energia aremmo bisogno anche oggi.
Per i poeti, con amore
Poeti, uscite dai vostri studi,
aprite le vostre finestre, aprite le vostre porte
siete stati ritirati troppo a lungo
nei vostri mondi chiusi.
Scendete, scendete
dalle vostre Russian Hills e dalle vostre Telegraph Hills
dalle vostre Beacon Hills e dalle vostre Chapel Hills
dalle vostre Brooklyn Heights e dai Montparnasse,
giù dalle vostre basse colline e dalle montagne,
fuori dai vostri tepees e dalle domes.
Gli alberi stanno cadendo ancora
e non andremo più nei boschi.
Non è il momento ora di sedersi tra loro
quando l’uomo incendia la propria casa
per arrostire il maiale.
Non si canta più Hare Krishna
mentre Roma brucia.
San Francisco sta bruciando
la Mosca di Mayakovsky sta bruciando
i combustibili fossili della vita.
La Notte & il Cavallo si avvicinano
mangiando luce, calore & potere
e le nuvole hanno i calzoni.
Non è il momento ora di nascondersi per l’artista
sopra, oltre, dietro le scene,
indifferente, tagliandosi le unghie,
purificandosi fuori dall’esistenza.
Non è il momento ora per i nostri piccoli giochi letterari,
non è il momento ora per le nostre paranoie & ipocondrie,
non è il momento ora per la paura & il disgusto,
è il momento solo per la luce & l’amore.
Abbiamo visto le migliori menti della nostra generazione
distrutte dalla noia ai readings di poesia.
La poesia non è una società segreta,
ma un tempio.
Lawrence Ferlinghetti
A questa poesia ho pensato di abbinare lo stile musicale più rivoluzionario di oggi, quello forse più capace di cambiare le cose, il rap e ho scelto un brano di un autore popolare come Fedez, accompagnato da Francesca Michelin, ovvero "Magnifico", non in attinenza all'argomento, ma al genere, il rap, questo miscuglio geniale di parole e musica che è la poesia dei nostri giorni.
Alla prossima!