La puntata del 25 gennaio di Poetry Break è dedicata al poeta statunitense Walt Withman (1819-1892). Questo poeta forte e impetuoso ha trovato nuova popolarita, specialmente fuori dall’America, grazie al grande film “L’attimo fuggente” in cui il professor Keating, interpretato dal compianto Robin Williams, lo considerava tra i maggiori poeti di tutti i tempi e citata un suo celebre verso: “O capitano o mio capitano”. Il suggerimento di presentare una poesia di questo eccezionale interprete americano arriva da un componente dello staff di Poetry Break, Omar Giorgio Makhloufi, che durante la trasmissione, che potete sentire nella versione audio, ne illustra la poetica.
Walt Withman è sicuramente una persona singolare, di famiglia povera e poco alfabetizzata ( egli stesso non fece studi regolari), fece i lavori più disparati, dal carpentiere all’insegnante, dal tipografo al giornalista e viaggiò per tutta l’America. Ebbe problemi per il suo stile di vita forse troppo moderno per l’epoca che comprese probabilmente alcune relazioni omosessuali con alcuni studenti, anche se probabilmente ebbe anche dei figli illeggittimi. Grande fu il suo impegno contro la schiavitù durante la guerra di indipendenza e notevole fu il suo appoggioad Abramo Lincoln al quale dedicò alcuni testi, conferenze, e liriche di commemorazione dopo il suo assassinio. E’ interessante sottolineare che si autopubblicò la sua prima raccolta di poesie: Foglie d’erba” ed esortò i giovani autori a fare altrettanto, specialmente quando scrivevano testi audaci e rivoluzionari. In effetti questa raccolta che ora è un classico della letteratura ha avuto anche gravi accuse di indecenza e di immoralità soprattutto a causa della rigida morale dell’epoca.
Questa poesia, la prima della raccolta ed essa stessa un piccolo poema, è interessante in quanto si sente in Walt il culto dell’individuo tipico dell’America, la forza di una Nazione che vuole emergere, con un io bambino e fortissimo, vitale. Turravia la riflessione si spinge ad abbracciare anche il resto dell’universo, perché “io” sono “voi”. E’ una contemplazione insieme soggettiva e oggettiva di un momento, quasi un flash, che però è pieno di lirismo e di fame di vita.” A treentasette anni ora comincio… e spero di non cessare che alla morte” affidandosi all’ “Energia originale”. Un panteismo moderno e vertiginoso e una grande sferzata di vitalità in questa puntata di Poetry Break!
Grazie a Omar Giorgio per il consiglio e per la bella lettura della poesia che segue:
Canto di me stesso
Canto me stesso, e celebro me stesso,
E ciò che assumo voi dovete assumere
Perché ogni atomo che mi appartiene appartiene
anche a voi.
Io ozio, ed esorto la mia anima,
Mi chino e indugio ad osservare un filo d’erba estivo.
La mia lingua, ogni atomo di sangue, fatti da questo
suolo, da quest’aria,
Nato qui da genitori nati qui e così i loro padri e così i
padri dei padri,
lo, ora, trentasettenne in perfetta salute, ora
incomincio,
E spero di non cessare che alla morte.
Credi e scuole in sospeso,
Un po’ discosto, sazio di ciò che sono, ma mai
dimenticandoli,
Accolgo la natura nel bene e nel male, lascio che parli
a caso,
Senza controllo, con l’energia originale.
(Walt Withman)
Tanti musicisti si sono ispirati a Walt Withman per e loro opere, in particolare i rocker e folk singer statunitensi, tra i quali mi piace ricordare Bruce Springsteen e Bob Dylan, che ha dichiarato di ispirarsi a lui per le sue canzoni. In particolare una canzone di Bob Dylan “Cross the green mountains” è ispirata a un componimento del poeta ribelle e ne porta dentro l’energia e la forza poetica.
Io ho scelto una canzone che ben ricrea secondo me l’ambiente panteista e in accordo con l’universo di Walt: Across the Universe, una delle canzoni più mistiche dei Beatles, nata probabilmente da un’ispirazione di John Lennon. Lui stesso la definì una canzone “cosmica” e forse la più bella che avesse mai scritto.
Grazie a tutti gli ascoltatori di Radiosound 95 e … alla prossima!