La Regione Emilia-Romagna abolirà le province entro il 2017 anticipando la riforma costituzionale. Ad annunciarlo, sulle pagine della Gazzetta di Modena, il neo presidente Stefano Bonaccini, che per il progetto si è dato al massimo due anni di tempo. Una rivoluzione amministrativa che potrebbe portare, secondo i piani, all’accorpamento della Provincia di Piacenza con quella di Parma. “Dobbiamo metterci subito al lavoro per avere in questa Regione non più le nove province attuali ma al massimo quattro aree vaste” ha detto il presidente, in vista del primo consiglio regionale di oggi, lunedì 29 dicembre, dalle 10 del mattino.
A sostenerlo la legge del 7 aprile 2014 che supera il concetto di Provincia: i comuni faranno riferimento ad un macro ente che gestirà bacini di cittadini molto ampi, coordinandosi con la Regione. Un’intenzione che, comunque, non mancherà di far discutere, viste le resistenze delle varie realtà ad unirsi, per interessi contrapposti o campanilismi. Reggio andrà con Modena. Bologna potrebbe rimanere da sola ma inglobare Ferrara. In riviera Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena sembrano destinate a dividere un unico ente, così come Parma e Piacenza, che dovrebbero rientrare nella quarta area vasta, anche se non manca l’ipotesi di accorparle con Modena e Reggio sotto l’egida della Grande Emilia. “Prima saranno accorpate tra loro: poi valuteremo altri passi in un secondo momento” haprecisato Bonaccini.
Infine, il presidente dell’Emilia Romagna ha chiarito le sue intenzioni verso le centinaia di dipendenti delle Province che rientrano negli esuberi: “Quello che noi vorremmo fare è garantire che nessuno rimanga a casa o disoccupato. Ho già incontrato i sindacati confederali con i quali ho firmato un documento per l’istituzione di un tavolo di discussione permanente e di interlocuzione col governo, che si deve impegnare per trovare le soluzioni più adeguate affinché nessuno perda il lavoro. Entro qualche settimana scriveremo una legge che assegnerà le funzioni ai vari enti. Stiamo cercando di ottenere il miglior risultato possibile”.
Matteo Rancan segretario dell'assemblea: "Impegno a portare Piacenza in Regione"
Matteo Rancan, il consigliere leghista tra i più giovani della storia della Regione (23 anni), è il nuovo segretario dell’Assemblea legislativa. Lo ha eletto lo stesso consiglio regionale, nel corso della seduta di insediamento di questa mattina. Il Carroccio è la principale forza d’opposizione, forte del 20 per cento sfiorato a livello regionale e dello storico 28,2 per cento messo a segno in provincia di Piacenza, dove il centrodestra ha dominato sul centrosinistra. “Questa elezione, e l’incarico di segretario, sono un onore e una grande responsabilità che intendo onorare col massimo impegno – dice Rancan –. L’obiettivo è portare Piacenza in una Regione storicamente Bologna-centrica e da sempre legata all’apparato Pd, che ha proprio in Bologna il suo quartier generale. La Lega Nord si conferma l’unica forza che crede e investe nei giovani. Portiamo in Regione l’unico, vero e autentico, rinnovamento”.
Foti (Fd’I-AN) eletto questore dell'assemblea legislativa. A Bonaccini: “Piacenza non sarà dépendance di Parma”
“Che il Presidente della regione Emilia-Romagna si ponga oggi l’obiettivo di abolire le province entro il 2017, quando alcuni mesi fa il Presidente del Consiglio annunciava agli italiani di averle abolite, è la conferma che la sinistra al più sa prendere in giro gli elettori, ed è incapace di governare”, lo afferma il consigliere regionale Tomaso Foti (Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale):
“Ciò che però appare davvero stupefacente è che, nel corso di una visita domenicale a Reggio Emilia e ancora prima di essere nel pieno dei suoi poteri – continua la nota – il Presidente Bonaccini si diletti a disegnare un nuovo quadro istituzionale dell’Emilia-Romagna, accorpando ora questa, ora quella provincia, incurante delle tradizioni dei territori e preoccupandosi unicamente di arrivare primo nella tragicomica gara dello sfascio dello Stato promossa dal duo Renzi-Del Rio”.
“Infatti, con la scusa di creare quattro aree vaste – aggiunge Foti – il Presidente della Regione annuncia il futuro accorpamento di Piacenza con Parma e di Reggio Emilia con Modena, premessa per una futura area ancora più ampia che, da sola, comprenda tutti i comuni posti tra il territorio di Piacenza e quello di Modena. Neppure al tempo dei ducati si arrivò a tanto, ma il novello zar dell’era Renzi ha fretta di passare alla storia e, quindi, poco gli importa se prende fischi per fiaschi”.
“Sappia però Bonaccini da subito – osserva il consigliere di Fd’I-AN – che non tutti gli amministratori e non tutti i territori saranno proni e supini ai suoi voleri. Se pensa di fare di Piacenza una dépendance di Parma si accorgerà di cosa sono capaci i piacentini e, soprattutto, si renderà conto che la sconfitta conseguita in terra piacentina alle recenti elezioni regionali sarà, per lui e per i suoi adepti, un momento felice rispetto a quanto di ben più doloro gli riserverà il futuro”.
“A Piacenza la sinistra non passa – conclude Foti – tanto meno quando pretende d’imporre i propri voleri con quell’arroganza che le è propria. Di creare un’area vasta proprio non se ne parla e, in ogni caso, non sarà comunque Bonaccini a deciderlo sulla testa dei piacentini. Quei piacentini ai quali, come i fatti dimostrano, converrebbe assai entrare a far parte della Lombardia, anziché continuare a vedere il proprio territorio trattato come terra di conquista da parte di un sedicente padrone del vapore, quale il Presidente della Regione ritiene di essere”.