Poetry Break – La meglio gioventù

La puntata di Poetry Break di domenica 19 ottobre 2014 è dedicata alla “meglio gioventù” italiana. In questo periodo storico i nostri ragazzi sono  sotto  i riflettori dei media per il fatto di essere una generazione senza futuro, alle prese con un  alto tasso di disoccupazione record e con un’altissima propensione ad emigrare all’estero. Sono descritti alternativamente come depressi o iperattivi, vittime o carnefici di bullismo, abulici eppure talvolta sensibilissimi a tal punto da ammalarsi di anoressia o bulimia, chiusi perennemente in casa con i loro congegni informatici, oppure pronti a riempire i locali e a sperimentare ogni genere di evasioni chimiche. E’ una generazione difficile eppure sfaccettata, che porta dentro un dolore e un’insoddisfazione di fondo che la società non riesce a raccogliere e a risolvere.

Radio Sound

Pasolini, il protagonista di questa puntata di Poetry Break, artista a 360 grandi, grande profeta delle problematiche dell’Occidente del XX e del XXI secolo, che ha testimoniato con poesie, romanzi, film, articoli di giornale, canzoni e soprattutto con la sua vita, ci  ha lasciato un’interessante traccia su questo argomento. E’ degli anni settanta, ma sembra scritta stamattina.

DA “LETTERE LUTERANE” (PIER PAOLO PASOLINI)

Siamo stanchi di diventare giovani seri,
o contenti per forza, o criminali, o nevrotici:
vogliamo ridere, essere innocenti,

aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare.
Non vogliamo essere subito già così senza sogni.

Le parole del poeta, pubblicate nella raccolta di scritti dal titolo “Lettere Luterane”,  risuonano forti e precise, ma, nello stesso tempo, sembrano accarezzare i giovani di oggi e di allora che vorrebbero distaccarsi dai cliché in cui gli altri tendono a  rinchiuderli, e trovare una strada, la loro. La poesia ascolta la voce dell’energia della giovinezza, la riproduce con il suo linguaggio e ce ne rammenta la forza, l’audacia, la creatività, i sogni.

A questa grandissima voce, una delle più illuminanti del novecento, spenta prematuramente proprio pochi giorno dopo la pubblicazione della lirica proposta in Poetry Break , ho abbinato la canzone popolare che ha lanciato un giovanissimo Eros Ramazzotti nel 1984: “Terra Promessa”. La storia di un qualunque ragazzo romano di borgata, forse simile a quelli raccontati da Pier Paolo Pasolini nei suoi scritti,  che parla con linguaggio semplice di sogni e speranze.

“Noi non ci arrenderemo”, canta Eros. E anche noi speriamo che questa generazione ce la faccia, speriamo che ricostruisca questa nostra società che ha tanto bisogno di una boccata d’aria fresca e di spalancare le finestre su “un mondo diverso dove crescere i pensieri”.

Grazie a Omar Giorgio Makhloufi, giovane attore, per la lettura intensa e partecipata. Un augurio poi  per tutti, non solo per i giovani: non rinunciate mai ai sogni!

Alla prossima!