“Felice per l’assoluzione dei colleghi, ma sconcertato dalle parole del Sap”. Così Sandro Chiaravalloti, segretario del sindacato di polizia Siap interviene sul processo inerente la morte di Stefano Cucchi, che ha visto l’assoluzione di tutti gli imputati, inizialmente accusati a vario titolo di aver contribuito al decesso del giovane romano arrestato il 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo all'ospedale Sandro Pertini in circostanze tutt’oggi poco chiare. “Non posso che dare la mia solidarietà anche alla famiglia Cucchi in merito alle dichiarazioni del segretario generale del Sap Tonelli il quale riferendosi a Cucchi ha detto che ‘se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze’. Una persona che è morta nelle mani dello stato, non scordiamolo – chiosa Chiaravalloti – è morta dove non dovrebbe morire nessuno”.
IL COMUNICATO DI SANDRO CHIARAVALLOTI DEL SIAP
Dopo aver dato piena solidarietà alla mamma del giovane Aldrovandi a causa degli applausi avvenuti nel congresso Sap, non posso che dare la mia solidarietà anche alla famiglia Cucchi in merito alle dichiarazioni dello stesso Sap, attraverso il Suo Segretario generale Tonelli il quale dice, riferendosi a Cucchi, che se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. A me tutta questa moralità mi disgusta! Dichiarazioni che mi lasciano basito e che a mio parere offende una persona deceduta e che non può difendersi. Una persona che è morta nelle mani dello stato, non scordiamolo! E’ morta dove non dovrebbe morire nessuno! Sono contento per la assoluzione dei colleghi, lo sono anche io, sono felice per loro e le rispettive famiglie, ma attaccare così un morto non lo tollero in quanto questo attacco a mio parere può mettere ancora una volta in cattiva luce tutta la nostra categoria che ogni giorno lavora con onestà ed abnegazione e che ogni giorno cerca di far valere e far conoscere l’importanza del proprio mestiere anche quando deve fermare lavoratori senza stipendio con figli a carico. Ancora una volta, a mio modesto parere, grazie al Sap , che non difende i difensori ma li affossa, quale segretario regionale Siap dell’Emilia Romagna, ne prendo nettamente le distanze per far comprendere che non tutti, per fortuna, la pensano allo stesso modo!
Quante volte ho rilevato sinistri stradali dove giovani conducenti hanno perso la vita causa una fuoriuscita autonoma guida in stato di ebbrezza – cosa diversa è causare la morte ad altri – e mai mi sono permesso a dire che se l’è cercata anzi, per non creare ancor più sofferenza si tenta anche di non dire ai genitori che il figlio aveva bevuto . Una vita spezzata, è sempre una vita che manca alla propria mamma , una vita che , anche attraverso errori, potrebbe sempre diventare una buona vita e uno stato deve fare di tutto perché attraverso la salvaguardia della vita stessa ciò avvenga.
Il Segretario Generale Regionale SIAP Sandro Chiaravalloti