Poetry Break: La poesia nasce ovunque

 

Radio Sound

POETRY BREAK – SECONDA  PUNTATA

La poesia nasce ovunque, si palesa in ogni contesto, prende  spunto da ogni suggestione, in quanto essenza distillata della vita.

Nell’appuntamento di POETRY BREAK di domenica 12  ottobre, condiviso come sempre con la mitica Rita di Radiosound95,  ecco un accostamento forse ardito, un incontro tra due mondi apparentemente diversi: la poesia e il gioco del calcio. Ecco quindi protagonista la lirica “Goal”.

 

 

Goal di Umberto Saba

Il portiere caduto alla difesa

ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

La folla – unita ebbrezza – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore, 
è dato, sotto il cielo, di vedere.

Presso la rete inviolata il portiere
– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte.

 

Questa lirica di Umberto Saba,grande poeta triestino di origine ebraica nato alla fine dell’Ottocento, è forse la prima dedicata a questo argomento nella storia della letteratura. Sul gioco generico “del pallone” c’è un precedente illustre legato a Leopardi che in  “A un giocatore di pallone” descrive però uno sport ottocentesco che si giocava con un bracciale, senza usare i piedi.

Saba sprovvisto di qualunque interesse per il calcio, mai entrato in uno stadio, assiste per caso a una partita della Triestina negli anni trenta, per fare piacere a sua figlia, e  si appassiona a tal punto che diventa un tifoso. Il boato della folla, il passaggio repentino dallo sgomento alla gioia,  l’energia sprigionata da quella situazione agonistica,  lo inducono a scrivere ben  cinque poesie dedicate alle partite di pallone, metafore della condizione umana.

 “Le “Cinque poesie sul gioco del calcio” sono infatti ritenute da molti il vertice della poesia di Umberto Saba, un esempio della sua capacità di descrivere il quotidiano e di reinterpretarlo con la sua anima acuta, ironica e insieme delicata.

Emblematici i ritratti poetici due portieri, immortalati come in un fermo immagine, una “moviola poetica”: uno incredulo e sgomento per la rete subita, l’altro, che ha seguito l’azione da lontano,  esulta da solo, pur partecipe dell’esultanza dei compagni: non si può allontanare dalla porta, e forse è pronto a subire lo stesso destino. Così vanno le alterne vicende dell’uomo,  tra esaltazioni e tragedie, mentre la folla osserva tra esplosioni di assenso o dissenso.

A questa lirica ho accostato un piccolo classico della musica italiana: “Una vita da mediano” di Ligabue.

La  canzone è anch’essa un gioco di metafore. Cambia, rispetto a “Goal” di Saba, il ruolo del giocatore protagonista, da estremo difensore a centrocampista di contrasto, ma rimane sempre l’estraneità dei giocatori scelti dai due autori al privilegio del goal, dato  che, come canta il rocker emiliano “il pallone devi darlo  a chi finalizza il gioco” in  “una vita da mediano  sempre a macinar palloni”.

A sottolineare che anche se non si segna, anche se non si arriva alla gloria, è importante comunque essere presenti nella grande avventura della vita e dare il proprio contributo, per quanto si può e si vuole.

 In entrambe le opere emerge  la fatica, la lotta, e, in definitiva, l’ affermazione del proprio ruolo nel  mondo, nel calcio come nella vita, nell’eterno alternarsi di attacco e difesa.

Leggono, come sempre, gli attori piacentini Anna Rosa Zanelli e Omar Giorgio Makhloufi

Chissà se qualche ascoltatore vedendo una partita della sua squadra non si sentirà ispirato a scriverne… e chi lo sa: il pallone è rotondo e la poesia spunta fuori dappertutto, persino dove non ti aspetti…

VI aspetto alla prossima puntata!