Matteo Richetti rompe gli indugi con un messaggio sui social network. "Abbiamo deciso. Ci candidiamo a guidare la nostra Regione per i prossimi 5 anni". Il parlamentare conferma dunque di correre per le primarie Pd in vista delle Regionali di novembre.
"Sarà un progetto preciso per fare dell’Emilia-Romagna la terra delle opportunità". "La prima grande rivoluzione – scrive Richetti – sarà questa: la dimensione pubblica non può in nessun modo ostacolare qualcosa che contiene in sé opportunità per la comunità. La burocrazia non deve fermare ciò che fa crescere (a patto che non crei un danno all’interesse generale, ovviamente)". "L'Emilia-Romagna e' tra le regioni meglio amministrate d'Italia. In questi anni abbiamo dimostrato che si può sviluppare capacità economica e opportunità di lavoro senza sacrificare i diritti delle persone. E senza dimenticarsi dei bisogni dei più deboli. Se restiamo fermi questo patrimonio rischia di essere disperso". "Per questo – prosegue Richetti – cambiare è un imperativo”.
La candidatura di Richetti naturalmente viene vista con grande entusiasmo dalla maggioranza del Pd piacentino. Non solo: se Richetti dovesse in futuro diventare nuovo presidente della Regione, si libererebbe il suo posto da parlamentare. In quel caso ne gioverebbe la colonia di deputati piacentini perché entrerebbe in Parlamento Marco Bergonzi, primo dei non eletti nella lista regionale. Ma non solo. Bergonzi potrebbe anche non dover attendere così a lungo per vedersi spalancate le porte di Montecitorio: perché se in questi giorni maturasse, come pare, l'investitura di Federica Mogherini (eletta parlamentare in Emilia Romagna) a ministro europeo degli Esteri, nel governo Renzi si procederebbe a un rimasto che avrebbe come effetto quello di liberare il posto da parlamentare per Bergonzi.