Qualche tempo fa sembravano tutti entusiasti. Ma quando gli è stato presentato lo studio di fattibilità della società a capitale misto pubblico-privato che dal 2016 dovrebbe gestire il servizio idrico, qualche sindaco ha tentennato ed ha espresso perplessità soprattutto di natura economica. Fatto questo, che ha indotto Massimo Trespidi a richiamare tutti i primi cittadini presenti alla riunione di Atersir – quelli nuovi e quelli riconfermati – alle proprie responsabilità circa un percorso ormai imboccato. "O saliamo tutti oppure…". Nell'incontro il tecnico Matteo Baldini della società Areascoa di Bologna che ha eseguito lo studio ha illustrato ai primi cittadini le caratteristiche della società mista garantendo anche sul controllo pubblico.
“L’ipotesi – spiega Baldini – è una partecipazione di minoranza della parte pubblica in una quota variabile dal 35% al 40%, di conseguenza il privato sarebbe al 65%. E’ una ipotesi compatibile con le norme. Direi che la questione dell’effettiva possibilità intervento della componente pubblica è salvaguardata da un eventuale patto tra socio pubblico e privato e negli atti di gara nel senso che potrebbero essere messi paletti. Ad esempio potrebbe essere che la presidenza venga messa in quota al socio pubblico”. In base all’iter l’avvio della società sarebbe nel 2016 dopo l’espletamento della gara d’appalto per il socio privato che si svolgerebbe nel 2015. Come detto alcuni comuni hanno manifestato qualche perplessità. L’accordo è di rivedersi a settembre per un’analisi definitiva. Intanto a margine della riunione membri del comitato Acqua Bene Comune hanno distribuito ai sindaci dei volantini che richiamano il referendum del 2011 sulla ripubblicizzazione dell’acqua.
Sempre nel corso della riunione diversi sindaci (tra cui quello di Ferriere Agoglieti e di Castelsangiovanni Fontana) hanno criticato Iren per una serie di mancati investimenti promessi.