“Signor giudice, non ho mai fatto pedinare la mia ex moglie. Ci amavamo tantissimo, ma suo padre ha fatto di tutto per rovinare la nostra unione”. E’ stato un matrimonio lampo, durato nemmeno un mese, quello tra una giovanissima piacentina, siciliana di origine, e un marocchino quasi coetaneo, entrambi residenti un paese della Bassa. Quest’ultimo, poco più che ventenne, è accusato di stalking perché dopo l’interruzione della loro relazione avrebbe cercato di far seguire la sua ex sposa da alcuni suoi conoscenti e di aver poi minacciato i parenti di lei con gesti come il taglio della gola. Il matrimonio si era celebrato a fine 2009 quando la ragazza aveva solo 19 anni e il nordafricano un paio in più. La loro relazione era iniziata perché i due abitavano nello stesso condominio e così era nata una simpatia sfociata poi in amore. Questa mattina (2 luglio) il marocchino, assistito dall’avvocato Antonino Rossi, ha rilasciato spontanee dichiarazioni di fronte al giudice Gianandrea Bussi, spiegando di non aver mai minacciato la ragazza né di averla fatta pedinare. “Il nostro matrimonio – ha detto – è sempre stato osteggiato soprattutto dal padre della mia ex moglie. Subito dopo esserci sposati lei è cambiata. Ho capito subito che era finita. Io stesso ho chiesto la separazione anche se la amavo ancora. Mi ero accorto che le pressioni che riceveva dalla famiglia erano troppo forti. Ma non avrei mai osato muoverle un dito contro”. Il ragazzo, che di mestiere fa il facchino, ha anche raccontato di essere stato male fisicamente dopo la rottura “e di aver perso anche i capelli a causa dello stress”. In aula c’era anche la ex moglie che, assistita dall’avvocato Mario Montermini, qualche mese dopo la separazione si era rivolta ai carabinieri per denunciare i presunti pedinamenti e le minacce rivolte ai propri famigliari. L’udienza è stata poi rinviata al prossimo ottobre.