Provincia, l’ultimo consiglio si stringe a Trespidi: “Grazie presidente”

 Si è concluso con l’Inno nazionale, molti commiati e poco altro, l’ultimo consiglio provinciale della storia, che chiude dopo 154 anni. Almeno per quanto riguarda la fase elettiva dei suoi rappresentanti. Fino a dicembre rimarranno in carica presidente e giunta, senza indennizzi, per sbrigare l’ordinaria amministrazione e in seguito verranno sostituiti dall’assemblea dei 48 sindaci, che avranno  compiti propositivi, consultivi e di controllo. Il presidente, invece, sarà presumibilmente un sindaco, eletto dagli altri primi cittadini e consiglieri comunali del territorio, tutti in via totalmente gratuita. 

Radio Sound

"Un errore storico", ha esorito il presidente del consiglio Roberto Pasquali, nel commentare l'abolizione dell'ente. Ma pare che, vista la considerazione che la gente ripone nella politica in questo periodo, a parte coloro che hanno seduto finora tra i banchi di via Garibaldi, mancherà davvero a pochi. E ci è voluta l'ultima seduta per rivedere in aula i consiglieri "desaparecidos" Giampaolo Speroni (gruppo Misto) e Luigi Francesconi (Udc) che da oltre un anno non si presentavano in polemica (le motivazioni, ormai, si erano perse nella notte dei tempi). E i segni dello "sbaracco" c'erano tutti, con l'assessore Sergio Bursi che, stoico, si è presentato in carrozzina per una fastidiosa ernia ed è stato bersaglio di una battuta di dubbio gusto ("Bursi, alzati e cammina", come si può ascoltare nel video di seguito) e alcuni disguidi tecnici con i microfoni, commentati ironicamente da Luigi Cattanei: "Non si accende, che sia un segnale?". 

Al di là delle note di colore, però, l'unico assente giustificato è stato il presidente Massimo Trespidi, impegnato ad affrontare gravi problemi familiari, ai quali si sono detti vicini tutti i consiglieri intervenuti. La sua partecipazione al momento è stata comunque testimoniata tramite una nota, nella quale ha voluto sottolineare "l'inizio di una nuova fase storica, di un ente con un profilo istituzionale di secondo grado, incentrato sulla figura degli amministratori locali del territorio". E ha assicurato che "se gli sviluppi del problema familiare me lo consentiranno, è mia intenzione accompagnare come presidente, insieme alla giunta, la fase di prima attuazione della legge Del Rio, secondo il programma e le linee amministrative che presenterò nei prossimo giorni, assicurando efficienza ed efficacia amministrativa, piena funzionalità dell'ente Provincia secondo l'ordinaria amministrazione garantita dall'approvazione del Bilancio di previsione 2014".

Ora il futuro, nonostante il percorso previsto dal disegno di legge Del Rio, è più incerto che mai. E lo ha rimarcato più di un consigliere all'ultimo intervento. Poi, dopo la foto ricordo di rito, il "Fratelli d'Italia" cantato con mano al petto e qualche sorriso di circostanza, ognuno si è tenuto come ricordo il proprio "cavaliere", la targhetta che riporta il proprio nome. L'ultima per un eletto in Provincia. 

GLI ULTIMI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI PROVINCIALI

Marco Bergonzi: "No alla chiusura della polizia postale nonostante il nostro ruolo venga meno. E' un momento storico, perché dopo 154 anni diventa ente di secondo livello. Ma a sparire per sei mesi è la minoranza, perché il presidente e la giunta rimarranno in carica per quel periodo".

Giampaolo Maloberti: "Sull'altare dell'indignazione è stato sacrificato un ente da sempre vicino al territorio. Noi fummo i primi a parlare di Federalismo, mancata l'occasione si parla solo di accorpamento e tagli di servizi essenziali. Abbiamo toccato il fondo".

Francesco Marcotti: "Ho iniziato nel '94, con rammarico saluto ma indietro non si torna, però 20 anni non sono pochi e un briciolo di emozione è normale. Ringrazio tutti i consiglieri, di maggioranza o minoranza, ma anche il presidente che ci ha fatto sentire partecipi di ogni decisione e i dipendenti della Provincia. Più che fare il sindaco (Castelvetro, ndr) mi mancherà di più fare il consigliere".

Giulio Maserati: "Ringrazio il presidente, che ha sempre cercato di risolvere i problemi con pacatezza. Ricordo poi l'opera più importante, partita da Boiardi, e conclusa in questo mandato con il ponte sul Trebbia (Paladini, ndr) che si sta dimostrando molto utile per la viabilità. Lascio con malincuore ma credo che si possa andare avanti pensando alle necessità dei cittadini".

Bruno Ferrari: "Vedo che sui volti di tutti c'è un senso di malinconia e disappunto, per la decisione presa di eliminare gli eletti. Sono convinto che avevano un ruolo importante, per difendere il proprio territorio. Non credo che eliminandoci abbiano eliminato i problemi dell'Italia".

Antonino Coppolino: "E' la chiusura di un ciclo, però ora nascerà un surrogato. Ma l'ente ben amministrato era un valore aggiunto. Decisione utile solo in campagna elettorale. Siamo un periodo decadente e di fine epoca".

Michele Magnaschi: "Dopo 154 anni è una giornata importante, che lascia sensazioni di orgoglio per aver fatto parte di un'ottima amministrazione. È palese comunque che gli eletti dal popolo siano stati in grado di portare molto per il territorio, attraverso temi come la scuola, le strade e il sostegno in ogni campo. Nel bene o nel male, insomma, tutti hanno operato con il fine del meglio per la comunità".

Luigi Gazzola: "Mi associo sulla storicità del momento, visto che cessa un ente importante per anni. Ringrazio tutti, in particolare il presidente. Il nuovo consiglio sarà presieduto da un sindaco eletto e affiancato da amministratori del territorio, tutti senza indennità. Si chiude un'epoca, peccato solo che prevalga la stanchezza per quello che potrà avvenire. Ero d'accordo sul superamento dell'ente Provincia, che però doveva prevedere una riorganizzazione partendo dai Comuni. La speranza è di non dover rimpiangere la Provincia così come l'abbiamo conosciuta".

Thomas Pagani: "Intervengo con a amarezza. Appena entrato, già pensavo all'ultimo giorno di consiglio. Tempo di bilanci, che mi appaiono positivi. Visto che le province continueranno ad esistere, seppur senza che i cittadini possano scegliere i loro rappresentanti. È un pasticcio all'italiana, causato dall'onda di antipolitica. Quale sarà il criterio con il quale si deciderà la figura nel nuovo presidente della Provincia? Saranno i partiti. Quindi l'antipolitica ha fatto un autogol".

Paolo Sckokai: "Il dopo di questo ente quale sarà? Bisogna ragionare. Secondo me il messaggio di evitare sovrapposizione di livelli di decisione è un messaggio che raccolgo. Il decreto Del Rio è parziale, però mi auguro che sia il primo passo per un riassetto globale. Non vorrei celebrare solo un funerale ma ricordare le responsabilità a livello nazionale per dare una scossa nella riorganizzazione dello Stato a tutto i livelli".

Enzo Varani: "I cittadini non si rendono conto di quello che sta succedendo. Siamo arrivati a un livello di burocrazia che non permette più di definire democratico il nostro sistema di governo. Le Province potevano anche essere eliminate ma senza farne un ente di secondo grado".

Gianluigi Boiardi: "Mi associo ai ringraziamenti al presidente. Però mi aspettavo che fosse necessario fare un consiglio in altra sede, per ricordare le fatiche fatte in questi 154 anni per i cittadini. Sarebbe servito un confronto, per capire che cosa sarà questa rivoluzione, che ancora non riesco a comprendere. In questo tempo, i Comuni sono venuti in Provincia a imparare, ora dove andranno? Questi erano spazi, grazie ai dipendenti, che davano anche speranze di finanziamento. Il primo gennaio 2015 che cosa ne sarà di tutte queste competenze?".

Simone Mazza: "Ringraziamento a tutti, soprattutto ai dipendenti. Mi sono impegnato prima come sindaco di Bettola e poi in Provincia e credo sia vero che qui abbiamo imparato tanto. Dispiace per la mancanza da parte dell'elettore della possibilità di scegliere i rappresentanti".

Giovanni Cattanei: "Non si accende il microfono, forse è un segnale? Comunque, credo nella politica per intercettare i bisogni della gente. Però non aiuta l'incoraggiare le persone a mandare a casa i politici. Ho fatto almeno 20 anni di minoranza, quindi la passione ci vuole. Questa è la palestra più importante. Ringrazio il presidente Trespidi, che conosco da 35 anni e mi tocca anche ciò che sta vivendo a livello umano. Quindi, interpretando il pensiero di tutti, siamo vicini a lui e alla sua famiglia".

Giampaolo Speroni: "È l'ultimo giorno e la disoccupazione giovanile e generale sono ai massimo storici. Una frana che non ha fine ma devo riconoscere che la Provincia ha saputo esprimersi a 360 gradi su questi temi. Per questo ringrazio il presidente e la giunta. Trespidi sopratutto, gli sono vicino nella sua situazione familiare. E' sempre stata una persona trasparente".

Luigi Francesconi: "Saluto tutti i colleghi, dopo 35 anni che ho trascorso qui. È qui che ho capito come la politica è sangue e merda. Se oggi la politica è così è perché la società è così, il resto sono mistificazioni. Anzi, forse la politica è meglio. Concludo il mandato sapendo che la politica è impersonata da uomini e gli uomini fanno cose buone e meno buone. L'importante è che i cittadini sappiano distinguere".

Filippo Bertolini: "La Provincia non è defunta ma va avanti nel modo sbagliato. Purtroppo domani qualcuno dirà che l'abolizione è una cosa buona, però nessuno è mai stato qui per interesse personale. Dobbiamo uscire da questo concetto".

Il vicepresidente, Maurizio Parma: "Rimarremo per l'ordinaria amministrazione e, grazie alle ultime sollecitazioni arrivate, vedremo di fare il possibile. Infine, sottolineerei l'impegno della Provincia per il fondo davvero consistente che ha stanziato per il lavoro".