Efficienza e qualità dei servizi sociali in Italia, con particolare attenzione al contributo della sussidiarietà, il principio che mette al centro il valore di ogni persona e il ruolo delle iniziative "dal basso". E’ questo il cuore del Rapporto sulla sussidiarietà 2013-2014 dal titolo "Sussidiarietà e… qualità nei servizi sociali" realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con il Politecnico di Milano e presentato questa sera in Provincia alla presenza del presidente Massimo Trespidi, del presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini e del docente del Politecnico di Milano Tommaso Agasisti. “Questa Amministrazione – ha detto in apertura del convegno il presidente Massimo Trespidi di fronte a una folta platea di amministratori, cittadini e rappresentanti del tessuto economico e sociale – ha voluto raccogliere una sfida e investire sul tema della sussidiarietà tentando un’applicazione concreta di tale principio.
Nel 2010 la Provincia ha realizzato una scuola di sussidiarietà; nel 2011 si è investito sulla mostra 150 anni di sussidiarietà; nel 2012 nella presentazione del rapporto sulla sussidiarietà; nel 2013 e nel 2014 l’Amministrazione ha infine creato il premio sussidiarietà Padre Gherardo dedicato a realtà e singole persone che operano per il bene della comunità lontano dai riflettori”.
Come ha illustrato Agasisti, l’indagine della ricerca è volta a verificare se vi siano differenze di efficienza nell’offerta del servizio tra organizzazioni private non profit ed enti pubblici, a parità di qualità percepita dagli utenti, e a esaminare i modi di intervento delle realtà del privato sociale. Dal Rapporto emerge una forte efficienza delle organizzazioni non profit esaminate oltre alla capacità del privato sociale di interpretare il proprio ruolo offrendo servizi innovativi e modulati sui bisogni specifici delle persone attraverso le competenze professionali e le motivazioni del proprio personale.
La presentazione del rapporto è stata l'occasione per tracciare un bilancio del progetto sperimentale Tagesmutter, rivolto – lo si ricorda – ai bambini da 0 a 14 anni e complementare ai servizi dedicati all'infanzia e alla pre-adolescenza oggi offerti (a partire dal nido fino ad arrivare ai servizi integrativi alla scuola secondaria di primo grado come doposcuola o centri educativi).
Le Tagesmutter operative (che hanno erogato il servizio) da maggio 2012 (conclusione del primo corso di formazione avviato a dicembre 2011) ad aprile 2014 sono 27. Da maggio 2012 a marzo 2014 sono state erogate complessivamente circa 23700 ore di servizio per una media mensile di più di mille ore per circa 130 famiglie.
I corsi di formazione per Tagesmutter realizzati dalla Provincia (200 ore teorico tecnico e 50 ore stage/pratica attuativa) sono stati quattro per un totale di 84 Tagesmutter (Tagesvater ossia padri di giorno) formate.
I Comuni in cui ad oggi è stato attivato il servizio sono in tutto 12: Piacenza, Castel San Giovanni, Borgonovo (con frazioni), Rottofreno (anche a San Nicolò), Gossolengo (Quarto), Castell'Arquato, San Pietro in Cerro, Rivergaro (anche a Niviano e a Ottavello), Monticelli, Podenzano (anche a San Polo), Cadeo e Pecorara. Con le nuove abilitazioni ad operare la potenziale copertura dei Comuni sale da 12 a 24. Il servizio potrà infatti partire a Fiorenzuola, Ziano, Caorso, Vigolzone (Grazzano Visconti), Travo, Bobbio (anche a Mezzano Scotti), Carpaneto, Gropparello (anche a Sariano), Lugagnano, Villanova (Soarza), San Giorgio e Gazzola.
Uno infine il Comune che ha riconosciuto il servizio con regolamento e voucher alle famiglie per la fascia minori 6/36 mesi: si tratta del Comune di Cadeo.
“Accanto all’esperienza Tagesmutter – ha ricordato Trespidi – l’Amministrazione ha deciso di fornire sostegno e valorizzazione alla realtà degli oratori unendo due diocesi, quella di Piacenza-Bobbio e quella di Fidenza, e attivando una sussidiarietà di tipo istituzionale con il sostegno ai Comuni in termini di attività di progettazione e di programmazione e alle imprese per la partecipazione alla manifestazione Artigiano in fiera. Questa è la dimostrazione che il principio di sussidiarietà è declinabile in azioni concrete”.
“E’ pubblico tutto ciò che fa l’interesse pubblico – ha concluso Vittadini – ed è necessario arrivare ad un’erogazione complessiva di servizi per la popolazione. Il privato sociale può arrivare a colmare alcune lacune lasciate nel settore dei servizi sociali a beneficio di una differenziazione dell’offerta che sappia rispondere ai bisogni concreti. Solidarietà e sussidiarietà possono costruire insieme un nuovo welfare”.