Con riferimento alle dichiarazioni rese lunedì 19 maggio in sede di Consiglio comunale dalla consigliera Mirta Quagliaroli, rilanciate con un comunicato dell’intero gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, l’assessore al Bilancio Luigi Gazzola precisa quanto segue: “Le considerazioni del Movimento 5 Stelle mettono insieme vicende locali e nazionali, insinuando poca chiarezza nella gestione di gare e procedure relative ad appalti e selezioni di personale, addirittura facendo riferimento a presunti escamotage ed evidenziando che, a loro dire, sarebbero parecchi gli atti del Comune sottoposti a ricorso. Mi preme innanzitutto evitare – sottolinea l’assessore a questo proposito – che nei cittadini possano ingenerarsi dubbi dovuti alla confusa assimilazione di situazioni ben diverse tra loro, alla non conoscenza delle norme e della terminologia tecnica, anche e soprattutto per tutelare la correttezza dell’operato del personale comunale addetto ai settori interessati".
"Nel testo diffuso dai consiglieri del Movimento 5 Stelle – prosegue Luigi Gazzola – vengono trattate alcune recenti procedure del Comune di Piacenza (una selezione per un incarico dirigenziale e una selezione per l’accreditamento provvisorio di una casa residenza anziani sita presso l’Asp Città di Piacenza) che non sono assimilabili a gare d’appalto. L’esito, peraltro reso noto con immediata trasparenza attraverso un comunicato dell’Amministrazione, di un unico ricorso al Tar in materia di selezione di personale e nello specifico relativo ad un incarico dirigenziale a tempo determinato, è oggetto di valutazione da parte dell’Ente, che si riserva l’eventuale impugnazione. Senza voler entrare nel merito di vicende che riguardano altri Enti, e precisando che, allorché se ne sono ravvisati i presupposti, si è agito in autotutela, mi sembra opportuno sottolineare la situazione del Comune in ordine ai ricorsi relativi ad appalti e gare per opere pubbliche, nonché per la fornitura di beni e servizi. A cominciare dal fatto che nella verifica della Ragioneria dello Stato, citata dai consiglieri comunali, nessun rilievo è stato mosso in ordine alle procedure di appalto”.
“E’ consuetudine per il Comune di Piacenza – spiega l’assessore – esperire le proprie gare d’appalto, di valore superiore alla soglia comunitaria, con procedure aperte e non a invito, consentendo una maggiore trasparenza e chiarezza in tutte le fasi. Per quanto riguarda la riserva limitata ad alcune categorie, l’Amministrazione comunale ha recentemente bandito una gara riservandola ai Laboratori Protetti (identificati dalla competente Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, tra quelle aziende che impiegano almeno il 51% di personale con disabilità), così come previsto da uno specifico articolo del Codice degli Appalti. Mai il Comune di Piacenza ha introdotto nelle proprie procedure d’appalto clausole che consentissero la partecipazione solo a specifici operatori economici, né, tanto più, con l’obbligo della sede sul territorio comunale, peraltro condizione non consentita dalla legge”.
“Negli ultimi anni – aggiunge Luigi Gazzola – il legislatore ha imposto alle stazioni appaltanti di predisporre i propri atti di gara facendo riferimento al Bando tipo dell’Autorità di Vigilanza, per cui qualsiasi clausola contraria oppure discrezionalmente imposta dalla stazione appaltante, in contrasto con il modello dell’Autorità, risulta automaticamente nulla. L’Amministrazione comunale ha adeguato i propri atti alla più recente normativa sugli appalti escludendo anche ogni possibile sbarramento economico per la partecipazione alle gare e prevedendo comunque, per una specifica prescrizione normativa, l’obbligo per l’operatore economico che concorre di effettuare il deposito cauzionale nell’entità e per la durata minima di 180 giorni prescritta dalla legge”.
L’assessore fornisce quindi alcuni dati: “Negli ultimi dodici anni i contratti (circa 300 all’anno) per acquisizione di beni e servizi di valore inferiore alla soglia comunitaria di 207.000 euro non hanno dato adito ad alcun contenzioso. Nello stesso periodo, per quanto riguarda gli appalti per lavori (di valore inferiore e superiore alla soglia comunitaria), servizi e forniture di valore superiore alla soglia comunitaria (40 il numero medio annuo) i ricorsi pervenuti sono stati 11, di cui solo uno, nel 2006, ha avuto esito sfavorevole per l’Ente. Appare dunque privo di fondamento affermare che siano “parecchi gli atti del Comune sottoposti a ricorso”: la loro incidenza, in oltre un decennio, è stata pari al 2,5% degli appalti, con un esito negativo pari allo 0,25%. Si tratta di cifre – conclude Gazzola – che non dovrebbero dare origine a dubbi circa la chiarezza, l’interpretabilità dei bandi e l’assenza di escamotage, e che in alcun modo possono indurre ad associare il Comune di Piacenza ad usi impropri di denaro pubblico e a vicende di malcostume di cui, purtroppo, l’opinione pubblica ha quotidiana notizia”.