A seguito del sisma del maggio 2012, nei comuni di quello che si definisce il cratere sismico emiliano sono stati controllati 39.000 edifici. Di questi, oltre 25.000 sono a uso abitativo. Sul totale degli edifici controllati circa 14.000 sono risultati inagibili: 1.338 in classe C (parzialmente inagibili), 4.714 in classe B (temporaneamente inagibili), 7.930 in classe E (totalmente inagibili). Numeri che intrinsecamente portano in evidenza come anche il mondo della cultura e il patrimonio artistico e monumentale dei comuni del cratere emiliano siano stati gravemente feriti dal sisma.
Il Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha avviato subito dopo il sisma, in stretta collaborazione con la Direzione regionale del MiBact, i Comuni e le Diocesi interessate, la rilevazione delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati al fine di poterne programmare la riparazione, il ripristino e nei casi estremi la demolizione e ricostruzione. Com’è stato chiaro fin dal primo momento il recupero e il restauro delle strutture originarie sarebbe stato lungo e complesso, richiedendo previamente un paziente lavoro di recupero e catalogazione dei materiali e degli elementi crollati, accompagnato da studi e ricerche di archivio per documentare al meglio lo stato delle opere prima del loro danneggiamento. Malgrado le evidenti difficoltà e l’estrema diffusione su un ampio territorio dei beni culturali danneggiati molti interventi sono tuttavia già iniziati, mentre le opere d’arte sono state messe in sicurezza a pochi giorni dal sisma.
I 563 milioni di euro del Fondo di Solidarietà dell’Unione europea destinati all’Emilia-Romagna per fronteggiare la crisi post terremoto hanno consentito di realizzare, attraverso diversi soggetti attuatori, oltre 3.500 interventi d’emergenza: 1.950 opere provvisionali, 350 interventi in edifici scolastici con 270 scuole riparate e sismicamente migliorate e 65 scuole completamente nuove, 25 palestre, 40 municipi, circa 60 chiese per garantire la continuità del culto. Il 2% delle risorse europee è stato impegnato per realizzare misure di protezione immediata dei beni culturali.
A settembre 2013 la Giunta regionale ha varato il Programma per la riparazione e il ripristino delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati esteso a chiese, teatri, edifici sanitari, grazie alle indicazioni ricevute dagli enti e dai soggetti interessati. Con questo strumento sono stati programmati 1.502 interventi, per un importo di 1 miliardo e 337 milioni di euro. Il provvedimento, approvato dalla Giunta regionale, è stato predisposto dalla Struttura tecnica del Commissario delegato alla ricostruzione in seguito a un lavoro di rilevamento preliminare effettuato con la fondamentale collaborazione dei Comuni colpiti dal sisma, della Direzione regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna.
Il Programma prevede interventi di riparazione, di ripristino con miglioramento sismico e di ricostruzione degli edifici pubblici, che comprendono anche edifici di proprietà del demanio, edifici di proprietà della Regione, degli enti locali, di altri enti derivati o partecipati da enti pubblici non economici e destinati a pubblici servizi, infrastrutture pubbliche, dotazioni territoriali e attrezzature pubbliche, immobili di proprietà degli enti religiosi civilmente riconosciuti e destinati a chiese ed opere parrocchiali, tutti gli edifici sottoposti alla tutela, sia quelli espressamente dichiarati di interesse storico–culturale, sia quelli che sono stati costruiti da oltre settanta anni, come definito dalla Direzione regionale del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Gli interventi sono stati scelti applicando criteri di priorità quali a esempio la necessità di fornire servizi alle persone e alle imprese, il valore artistico e culturale degli edifici, la agibilità del bene al momento del sisma. Le priorità sono state individuate dagli Enti attuatori che hanno fornito l’elenco degli edifici da inserire nei Piani.
Il Programma è quindi attuato attraverso Piani operativi annuali predisposti dalla Giunta regionale nei limiti delle risorse disponibili, osservando criteri generali di priorità (stabiliti dalla Legge regionale 16/2012) e secondo indicazioni stabilite dal Programma stesso. Già a ottobre 2013 è stato varato il Piano annuale 2013-2014 per la riparazione e il ripristino delle opere pubbliche, dei beni culturali e dell’edilizia scolastica e universitaria danneggiati dal sisma: gli interventi sono stati finanziati con 530 milioni di euro. Il Piano annuale 2013-2014 riguarda le opere pubbliche, per un importo complessivo di circa 134 milioni di euro (180 interventi sui quali è stato impegnato circa il 25% del finanziamento totale), e i beni culturali soggetti a tutela per un importo di circa 282 milioni di euro (357 interventi sui quali è stato impegnato circa il 53% del finanziamento totale).
In base ad una fonte distinta di finanziamento è stato predisposto separatamente anche il Piano per l’edilizia scolastica e l’università, che ammonta a 105 milioni di euro impegnati su 119 interventi (circa il 20% del totale). Sono stati, inoltre, accantonati circa 9 milioni per interventi in cui siano presenti proprietà miste pubbliche/private ricomprese in Unità minime di intervento (Umi) che incidono sulla somma totale di 530 milioni per circa il 2%. La parte predominante dei Piani è rappresentata dagli edifici che sono soggetti a tutela: su 656 interventi complessivi questi sono 411 (per 343,5 milioni di euro), pari a circa il 65% del totale. Infine, l’ordinanza commissariale 121 dell’11 ottobre 2013 ha stanziato 7,7 milioni di euro per l’attuazione di 291 interventi minori, con importi variabili tra i 5 e i 50mila euro.
Alla data di febbraio 2014 sono 17 i Comuni che hanno provveduto alla perimetrazione delle Umi, sulle quali nel prossimo futuro si potrà avviare la programmazione e l’attuazione degli interventi. I Piani della ricostruzione già adottati o in fase di adozione sono invece 22.