Creare un canale strutturato di confronto tra Iren e gli stakeholder: è questo l’obiettivo dei comitati consultivi territoriali presentati a Piacenza che sarà il territorio di sperimentazione di un modello che verrà trasferito nelle altre realtà territoriali in cui il gruppo Iren opera. I comitati – costituiti su base provinciale e corrispondenti alle aree geografiche di riferimento di Iren (Genova, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Torino) – nascono per favorire il dialogo e l’ascolto continuo del territorio, garantendo un più profondo radicamento nelle comunità di appartenenza grazie alla promozione di momenti di consultazione e di progettazione partecipata su aspetti quali la sostenibilità ambientale e sociale, l’innovazione e la qualità dei servizi forniti.
“Abbiamo pensato di partire da Piacenza perché è un territorio sul quale l’azienda negli ultimi tempi ha concentrato molto l’attenzione – ha detto il presidente Francesco Profumo – oggi mezzi di ingaggio dei cittadini sono estremamente volubili. Anche a livello ministeriale avevamo avviato alcune sperimentazioni (uso Interneti, valore legale titoli studio), abbiamo così pensato a un nuovo modo per interagire con i cittadini. La partecipazione va stimolata al massimo coinvolgendo anche bambini e anziani”.
Ciascun comitato sarà composto da un massimo di 20 componenti, di cui 15 rappresentanti indicati da associazioni e realtà della società civile, compreso il mondo scolastico e universitario: a questi si aggiungono altri 5 componenti di diritto: il presidente e il vicepresidente di Iren, il sindaco della città, un rappresentante a rotazione dei Comuni della provincia e un rappresentante dell’Università locale.
Pensata anche una piattaforma on line, primo esempio a livello nazionale, accessibile dal sito internet di Iren in cui tutti i cittadini potranno partecipare direttamente pubblicando propri contributi sui temi di competenza dei comitati, avanzare nuove proposte o suggerimenti su tematiche d’interesse per il Gruppo.
“Se dovessi partecipare mi piacerebbe avere bollette un pò più semplici o trovare una nuova definizione per il termine rifiuto che è negativo. Rifiuto è un grande bene, bisogna trova una nuova parola per definirlo”.