Dialetto, la Lega rilancia: “Vernacolo sia materia di insegnamento”

“Inutile tenere in piedi una legge vuota, la riscoperta dei dialetti deve partire dalle scuole. Il dialetto dovrebbe essere materia di insegnamento”. Così la Lega Nord in Regione annuncia il proprio progetto: “Un piano per rilanciare il dialetto dopo aver azzerato l’improduttiva e inutile legge regionale” dicono i consiglieri Stefano Cavalli, Mauro Manfredini, Manes Bernardini e Roberto Corradi, che hanno presentato una risoluzione sul tema.

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“Abbiamo votato per la soppressione della legge perché vogliamo riscriverla radicalmente. Bisogna ripartire dagli istituti dei beni culturali, dai teatri dialettali, dalle tante associazioni territoriali che si occupano di studio e promozione dei dialetti, e dalla riscoperta della storia locale. Il dialetto deve entrare nelle scuole, perché senza radici non c’è futuro”. “La legge che la Regione aveva nel suo Bollettino ufficiale – e che convintamente abbiamo contribuito ad abrogare – era uno specchietto per le allodole vuoto di contenuti, e a quanto pare mai finanziato. Fino ad oggi il coinvolgimento delle tante associazioni dialettali è stato pressoché nullo, non abbiamo visto progetti, iniziative, la promozione delle nostre lingue, soprattutto tra i giovani, è stata sterile e improduttiva. La Regione ha mancato una grande occasione che noi, invece, non vogliamo perdere”.

“Bellosi e Galletti – i due studiosi romagnoli di lingue locali che ora lamentano un vuoto normativo – colgano questa come un’occasione per correggere le evidenti storture di una legge che non ha retto alla prova dei fatti. Siamo pronti a dialogare con loro, con la giunta, con l’intero consiglio, con le associazioni e tutti i docenti interessati per riscriverne il testo e renderlo efficace. La condizione imprescindibile è che nel percorso la scuola abbia un ruolo da protagonista”.