“Nessun dipendente pubblico guadagni più del presidente della Repubblica”

Fare per fermare il declino lancia una campagna di iniziativa popolare con una proposta: stabilire per legge che nessun dipendente pubblico possa guadagnare più del Presidente della Repubblica e destinare i risparmi alla riduzione delle tasse su lavoro e reddito.

Radio Sound

IL COMUNICATO

Il Presidente della Repubblica italiana percepisce uno stipendio annuo di 240 mila euro. Dovrebbe essere la retribuzione più alta di tutte. Invece, non è così. Sono decine i funzionari pubblici che guadagnano molto, ma molto, di più del Presidente. Qualche esempio? il Ragioniere Generale dello Stato percepisce 562.331,86 euro/anno, il Capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria  543.954,42, il Direttore generale del Corpo Forestale 362.422,13, il Presidente dell’autorità Energia e Gas 475.643, il Presidente Consob 387.000. Siamo ad un passo dall’approvazione della Legge di Stabilità, quella legge che regolerà le finanze del nostro Stato per il prossimo anno. Ebbene, sia la maggioranza che l’opposizione sono divise tra chi chiede di spendere di più ponendo nuove tasse e chi chiede, comunque, di spendere di più aumentando il debito pubblico. Nessuno che proponga di ridurre la spesa pubblica (800 miliardi di euro) per poter abbassare le tasse e ridare fiato al Paese.

Gli ultimi governi hanno tentato di porre un tetto a tali retribuzioni, ma senza esito. L’ultimo tentativo da parte dell’esecutivo Monti, ne prevedeva un taglio del 5%. Ma è stato dichiarato incostituzionale perché non toccava anche i dirigenti privati. Toccava invece, guarda caso, i vertici della Corte Costituzionale, i quali guadagnano già più del Capo dello Stato. L’apparato burocratico rappresenta una delle voci di spesa più rilevanti e su cui è possibile e si devono risparmiare diversi miliardi di euro senza diminuire alcun servizio. Si pensi che nel 2010, per il costo allargato della politica (organi legislativi, esecutivi e rete diplomatica) abbiamo speso oltre 38 miliardi, pari al 2,5% del PIL. Per questi stessi servizi la Germania spende l’1,8% del PIL, il Regno Unito l’1,4, la Spagna l’1,7. Questo chiarisce quanto ampi siano gli spazi per forti tagli e risparmi.

E’ sotto gli occhi di tutti che la struttura dello Stato è antieconomica e tendenzialmente irriformabile perché le burocrazie tendono a crescere in maniera costante. Ma la drastica riduzione della burocrazia sarebbe da sola un poderoso incentivo alla crescita, un incentivo a costo zero, anzi con enormi possibilità di risparmio per lo Stato e di riduzione delle tasse che gravano sui cittadini e le imprese. Se prima un’economia in espansione poteva assorbire gli sprechi di tale apparato, oggi non è più così. La campagna “Non più alto del Colle” è un primo passo per intervenire su questi meccanismi. Chi volesse aderire mandi una mail al seguente indirizzo: info@fermareildeclinopc.it scrivendo “sono d’accordo”.