Dalla Regione a Piacenza circa 30 milioni per la non autosufficienza

“Il via libera della quarta Commissione, “Politiche per la salute e politiche sociali”, agli stanziamenti del Fondo regionale per la non autosufficienza per l’anno 2013 è un passaggio indispensabile per il mantenimento e il miglioramento degli standard dei servizi alla persona sul nostro territorio”. Lo fa notare il consigliere regionale di Piacenza del Partito Democratico Marco Carini, che evidenzia il consistente valore dell’impegno finanziario dell’ente di viale Aldo Moro destinato a Piacenza, 29 milioni 323 mila euro. “In una fase storica caratterizzata dall’aumento dei bisogni, soprattutto da parte della cittadinanza anziana, e dalla continua contrazione delle risorse a disposizione, la Regione conferma il proprio sforzo per sopperire alla scarsità dei fondi statali nel settore della non autosufficienza. Sebbene nel 2013 il Fondo nazionale per la non autosufficienza sia stato ripristinato, nel 2013 sarà comunque l’ente regionale a garantire i fondi necessari a scongiurare lo smantellamento di servizi essenziali”.

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“I fondi totali stanziati dalla Regione Emilia-Romagna – continua Carini -, unica regione italiana che investe risorse proprie sulla non autosufficienza – , ammontano a 430,6 milioni di euro. Si pensi che l’ammontare totale del Fondo nazionale per la non autosufficienza finanziato dallo Stato è pari a soli 275 milioni euro”.

Già nel 2012 la Regione aveva coperto con 15 milioni di risorse proprie (85 milioni anziché 70) il mancato finanziamento del Fondo nazionale per la non autosufficienza, azzerato dallo Stato. Nel 2013 il Fondo nazionale per la non autosufficienza è stato ripristinato e per la nostra Regione si è tradotto in un finanziamento di ulteriori 21,725 milioni che si sommeranno al FRNA.

“Ma per sostenere nel tempo questo impegno – avverte Carini – bisognerà investire sempre più nell’innovazione  e nella sperimentazione di nuove modalità gestionali. In questo senso sarà sempre più strategico il ruolo del privato sociale e della cooperazione, ma anche del mondo dell’associazionismo e del volontariato: in un contesto di questo tipo acquisterà inoltre ancora maggiore importanza la funzione di coordinamento della programmazione regionale”.