I lavori sono stati introdotti dal segretario regionale Sabrina Freda, mentre le funzioni di garante sono state svolte dalla coordinatrice IdV di Parma Paola Zilli.
"La prima cosa che farò sarà donare una tessera onoraria del partito a Papa Francesco", ha detto il nuovo segretario provinciale, la cui mozione congressuale ha preso spunto in diversi passaggi proprio da alcuni messaggi del Pontefice.
LA MOZIONE CONGRESSUALE
Quello che sta accadendo in Italia è l’inevitabile conseguenza della crisi del sistema dei partiti e del lavoro di dirigenti di partito incapaci di fornire risposte ai cittadini, preoccupati semmai di approfittare della loro posizione il più possibile. Dobbiamo subito riconoscere che in questo contesto l’IdV non è stata esente da responsabilità, e ha pagato un prezzo altissimo.
Ho sempre pensato che il partito politico sia uno strumento per concorrere a determinare la politica nazionale, non il fine o lo scopo dell’azione politica. Se è uno strumento, quando ha raggiunto il suo scopo o si è rivelato inadeguato a raggiungerlo, può anche essere superato. Si può dire dunque che l’IdV abbia raggiunto il proprio scopo? Sono state tutte soddisfatte le istanze che il partito ha sostenuto in questi anni? C’è qualcuno che sappia meglio dell’IdV farsi carico di questa eredità? E’ interesse del Paese la scomparsa dell’IdV? In gioco non c’è solo la possibile scomparsa in Italia di una piccola presenza politica alternativa che non pensa che la politica sia solo inciucio: in gioco c’è la scomparsa di un’opposizione che sappia dire no alla mortificazione dei diritti dei cittadini e al massacro dei lavoratori, mentre il conflitto sociale dilaga. In gioco c’è la scomparsa della politica in senso stretto, e un esempio di quanto si stia concretizzando il rischio lo dimostra il ritiro delle deleghe da parte del presidente della Regione Errani all’assessore all’Ambiente Sabrina Freda: a sconcertare non è stato tanto l’allontanamento in sé, quanto il vedere come tra l’interesse alla salute dei cittadini di Modena e quello delle lobby dello smaltimento dei rifiuti è stato il primo a dover soccombere, anche in una regione “rossa” come l’Emilia Romagna.
“Valorizzare le piccole cose all’interno di grandi orizzonti. I grandi principi devono essere incarnati nelle circostanze di luogo, di tempo e di persone”
P. Francesco
Può sembrare paradossale parlarne in sede politica, ma oggi l’unico messaggio in grado di tenere insieme istanze differenti, che parla di completezza della persona umana, è quello affascinante di Papa Francesco, sempre più punto di riferimento per l’opinione pubblica e personalità capace di sopperire all’assenza di proposte e risposte della politica tradizionale. In questo contesto, riuscire a comunicare la nostra attenzione a 360° nella dimensione della politica – dove nessuno sente e pone il tema dell’umanità, semmai ci si preoccupa della propria sopravvivenza – significa anche dare voce e spazio politico ai non allineati, ai desaparecidos, a quanti cioè non vogliono vedere finire in fondo al mare la loro speranza di cambiamento e non accettano di essere ordinatamente allineati in sacchi di plastica nell’hangar della politica.
“Dobbiamo camminare uniti nelle differenze: non c’è altra strada per unirci”
P. Francesco
Entrando nello specifico del contesto nazionale, significa scegliere tra due diverse strade: o lavoriamo in maniera assolutamente decisa contro le larghe intese o cerchiamo di contaminare l’attuale sistema politico con un approccio diverso da quello nostro di ieri. Come dice il nostro segretario nazionale, Ignazio Messina, vogliamo «lavorare alla costruzione di un nuovo centrosinistra che non abbia nulla a che vedere con le larghe intese e che sia completamente alternativo al centrodestra. Questo è il nostro impegno e lo porteremo avanti con le forze politiche che vorranno condividere questo percorso». Sappiamo che la strada da intraprendere non dipende solo da noi ma anche da scelte altrui: ecco perché oggi l’IdV deve guardare con attenzione alle dinamiche congressuali del PD. C’è in ogni caso un’originalità che ci appartiene, è parte del nostro modo di essere e che non possiamo rinnegare: chiamare le cose con il loro nome, dire sempre la verità ai cittadini e non fare finta di niente quando il Re è nudo. E’ un compito che attiene all’etica prima ancora che alla politica.
Nell’immediato futuro ci attendono le elezioni europee e dovremo sostenere il percorso delineato a livello nazionale indicando l’Europa come visione, andando oltre le tattiche di corto respiro, oltre i vecchi schemi della politica, oltre la semplice elencazione dei problemi. Bisogna costruire un’Europa dei cittadini e non delle banche, dove la solidarietà prenda il posto dei vincoli capestro. Sul piano locale dovremo puntare allo sviluppo del territorio, ponendoci degli obiettivi strategici anche a lungo termine e concentrando il nostro impegno nella difesa del territorio, in maniera tale da valorizzare le potenzialità in una logica di bene comune.
“Il proselitismo è una solenne sciocchezza, si cresce per attrazione, per testimonianza”
P. Francesco
Il lavoro da fare è tanto e le nostre forze sono modeste: potremmo essere tanti di più se avessimo chiesto agli amici di mobilitarsi per far crescere il numero delle tessere, ma queste modalità non devono far parte del nostro costume: ci interessa semmai il consenso sulle proposte piuttosto che il voto delle clientele. Ma ci resta sempre l’orgoglio di aver consentito a 27 milioni di italiani di dire no al nucleare, al legittimo impedimento, alla privatizzazione dell’acqua, anche se quei voti non si sono tradotti in poltrone. E avremmo consentito agli italiani di esprimersi anche sulla legge elettorale, dopo aver raccolto 1 milione 200 mila di firme, se fin sul Colle non fosse giunto il sentore che anche stavolta non avremmo scherzato. Sulla legge elettorale sappiamo a che punto siamo: non si può chiedere ai coccodrilli di bonificare la palude nella quale sguazzano e non si può chiedere ai tacchini di organizzare il cenone di capodanno.
Se tutti insieme, quelli che siamo, con tanta umiltà e determinazione, riusciremo a non farci imporre il silenzio dall’omologante pensiero unico e a difendere con coerenza e serietà i valori di sempre, forse faremo cambiare idea a tanti che, disorientati, se ne sono andati e, forse oggi ancor più disorientati. potrebbero tornare.
Il traguardo non è scontato e non dipende solo da noi. Ma la nostra dignità ci obbliga a preferire il rimpianto di non averlo raggiunto al rimorso per non averci nemmeno provato.
Luigi Gazzola