Congresso Pd, via al voto. In ballo c’è la tenuta del sindaco Dosi

La nuova faida è iniziata. Con il voto del circolo di Pontedellolio, previsto oggi, prende il via ufficiale il percorso congressuale avviato qualche giorno fa con l'ufficializzazione delle candidature. Al massimo il 6 novembre si conoscerà il nome del nuovo segretario (forse prima nel caso la "partita" veda un candidato superare la soglia del 50% già all'esame dei circoli). Il mandato di Vittorio Silva è dunque agli sgoccioli. Gli succederà uno tra Gian Luigi Molinari, sindaco di Vernasca, Elisabetta Rapetti, referente del circolo Pd di Gossolengo, e Roberta Valla, vicesindaco di Travo. Esiste un favorito? Stando agli umori che serpeggiano, la corsa alla segreteria provinciale è al momento apertissima e se la contenderanno Molinari e Valla. Naturalmente a colpi di tessere. Sì, il congresso si vincerà con le tessere degli iscritti, quelli che nelle ultime settimane sono magicamente lievitati da poco più di 300 ad oltre il migliaio e che, negli intenti del partito, potrebbero presto toccare quota 1500. Visto che sarà questa la platea dei votanti, ben si capisce la spasmodica campagna tesseramenti in corso in questi giorni. Diversamente dal passato, i gruppi che animano le candidature locali non ricalcano fedelmente quelle di stampo nazionale dei vari Renzi, Cuperlo, Civati e Pittella. A Piacenza si osservano assemblaggi che nascono un po’ dalle storie politiche personali, un po’ dalle inimicizie e un po’ dalla convenienza. Questo perché, al di là dei nomi in campo, in questo congresso in ballo c’è una posta ancora mimetizzata, ma importantissima: la possibilità, per chi vince, di influenzare e condizionare l’azione amministrativa di una giunta Dosi giudicata dai più, finora, macchinosa e inconcludente. Roberta Valla è il nome individuato in extremis per sopperire al rifiuto di Christian Fiazza. Quest'ultimo era il candidato indicato dall'ortodossia del partito, convinto che potesse essere la figura giusta per aggregare le varie anime presenti nel partito (quella più cattolica e la tradizione di sinistra). Carte da giocare, la vicesindaco di Travo, ne ha. A cominciare dall'appoggio del nuovo, e fino a qualche tempo fa insospettabile, asse Paola De Micheli-Francesco Cacciatore (ricordate le primarie per la scelta del candidato sindaco?). Asse sostenuto anche dalle “seconde linee”, Silvio Bisotti, Marco Carini, Vittorio Silva, Pierangelo Romersi, Daniel Negri, Giovanna Palladini, Giulia Piroli, Stefano Perucci e lo stesso Christian Fiazza. In particolare è la parlamentare che si sta giocando molto in questo congresso. E’ stata lei, più di ogni altri, a volere fortemente Valla facendola digerire anche a qualche scettico. Nell’ambiente democratico si dice che l’entourage miri a Molinari per colpire in realtà il sindaco Dosi. E ciò perché, in questo anno e mezzo, pur quatto quatto, gli ha fatto mandare giù qualche boccone amaro di troppo in fatto di nomine. Qualche esempio? Fondazione: volevano Giglio, ha vinto Scaravaggi. Iren: volevano Marco Bergonzi, c’è Barbara Zanardi; Asp: volevano silurare Leonardo Mazzoli che è ancora al suo posto. Chiaro ed evidente che se Valla vincesse il congresso, il sindaco Dosi sarebbe decisamente più debole. Gian Luigi Molinari punta sulla parola "cambiamento" per dare una svolta al Pd piacentino. Suo principale sponsor (nonostante qualche frizione in passato vi sia stata) è l'ex sindaco di Piacenza Roberto Reggi, uno che negli ultimi tempi appare defilato dalla scena politica, ma che dà l'idea di attendere il momento propizio per tornare in auge. De Micheli e Bisotti a parte, intorno a Molinari si sono coagulati nuovamente coloro che avevano sostenuto prima Reggi e poi Dosi. Si contano il sindaco Dosi, gli attuali assessori Katia Tarasconi e Francesco Timpano, l'ex assessore Anna Maria Fellegara, il presidente del Consiglio comunale Claudio Ferrari, e tutta quella area del civismo rappresentata da Stefano Borotti, Stefano Cugini, Michele Bricchi, ma anche da Giovanni Castagnetti e Andrea Tagliaferri. Si contano anche ben sedici sindaci di provincia. "Non sono il candidato degli amministratori, come qualcuno va dicendo” ha voluto precisare Molinari. Il quale insieme ai suoi non ha risparmiato critiche, pur garbate, alla gestione del partito da parte di Silva. Punto sul vivo, l’ex segretario ha subito ribattuto accusando Molinari di usare il partito come un taxi: “Si è iscritto al Pd il giorno prima di candidarsi”. Uno pari e palla al centro. Lo ha detto Molinari nella conferenza stampa: “Se vinceremo il congresso, l’amministrazione Dosi sarà più forte”. Per quello si vedrà. Di sicuro, se a vincere le elezioni sarà Molinari, la giunta Dosi non sarà più la stessa, dal momento che sulle teste di qualche suo componente c’è da tempo una taglia. Il riferimento è in particolare a Romersi e Palladini, che reggono gli assessorati più pesanti economicamente parlando, quello al Bilancio e quello ai Servizi sociali. E allora sì che tornerebbe di moda il termine “rimpasto”. Chi si candida al ruolo di outsider è Betty Rapetti di Oltre le correnti. Sa bene che vincere il congresso non è a portata di mano, ma influenzarne l'esito per contare di più nell'esecutivo del partito, non è impensabile. Intorno a lei “solo gente comune” tiene a precisare. 

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