Partecipazione è la parola chiave e, ad essere presenti all’avvio del comitato “Con Renzi per l’Italia” nella sede locale del Pd, pare che sia diventata anche realtà. Almeno all’interno del partito, che alle divisoni sembrava ormai aver abituato i propri elettori.
E invece, nel pomeriggio in via Martiri della Resistenza, sono stati in molti coloro che hanno risposto all’appello lanciato da Roberto Reggi – ex sindaco e coordinatore della campagna per le primarie del sindaco fiorentino – lanciato su Facebook per stringersi intorno ad una leadership forte. Che lui, come non ha mai nascosto, vede in Matteo Renzi: “E’ uno strumento, tra virgolette, perché riesce ad entusiasmare i cittadini comuni. E abbiamo bisogno, in periodo di crisi, che ognuno faccia la sua parte” ha spiegato.
Il dato più significativo, oltre ad una sede mai così affollata, è stata la “qualità” delle presenze.
I renziani della prima ora, come il sindaco di Vernasca Gianluigi Molinari, il segretario di Gossolengo Betty Rapetti, l’assessore al Commercio a Piacenza Katia Tarasconi, il presidente di Acer (ed ex consigliere comunale) Giorgio Cisini e anche la giovane Benedetta Maini (di Open Pd) ma soprattutto quelle figure politiche che, pur non essendo strettamente renziane, hanno deciso di esserci per testimoniare la ritrovata compattezza nel partito.
Tra loro, da segnalare, i consiglieri comunali Guglielmo Zucconi e Gianluca Ceccarelli (ora nel gruppo misto, dopo essere stati eletti nella lista Moderati per Dosi), lo stesso sindaco Paolo Dosi – pur mantenendo finora una perfetta equidistanza (alle scorse primarie sostenne Bersani) – e addirittura il segretario provinciale Vittorio Silva, bersaniano ma oggi, probabilmente, in veste di garante.
Insomma, quelli che fino a qualche mese fa venivano visti all’interno del partito con sospetto, dopo gli ultimi sviluppi a livello nazionale e locale con alcune sonore batoste, ora vengono salutati con fiducia per una possibile svolta.
Per questo Reggi, in apertura, ha voluto ringraziare proprio loro dicendo che “sono lieto di vedervi, perché vuol dire che riconoscete in noi e in questo comitato pari dignità rispetto agli altri”.
Poi ha elencato i motivi che, a suo dire, non possono che far propendere per la candidatura a segretario del Partito Democratico di Matteo Renzi: “I dati sono evidenti, con un calo di partecipazione, di tesserati, di elettori. C’è bisogno di un cambio di passo. Dobbiamo farlo con entusiasmo e allegria, rispetto ai musi lunghi che si vedono in giro da qualche tempo”.
Le prossime scadenza, comunque, vedono non solo il partito impegnato a livello nazionale. Tra pochi giorni, infatti, scade il tempo per poter consegnare le candidature alla segreteria locale: “Per ora pensiamo alle primarie nazionali – ha premesso Reggi – poi ci saranno a breve altre scadenze. Il Congresso è avviato ma prima ci saranno da eleggere i segretari di circolo e quelli provinciali. Mi auguro che la scelta sia condivisa”. E ha puntualizzato sull’etichetta “renziano”, che per lui è “una malattia. Il vero problema è trovare persone coerenti con il messaggio di innovazione e fiducia lanciato da Matteo”.
Infine ha risposto anche a una provocazione: se Renzi punta alla segreteria nazionale, lei non potrebbe puntare alla segreteria locale del Pd? “No, alla segreteria non ci penso. Non ho il tempo per farlo. Ho un lavoro che mi impedirebbe di farlo bene. Mi metto a disposizione di chi avrà lo spirito di servizio di farlo”.
L’APPELLO SU FACEBOOK DI ROBERTO REGGI – “A Piacenza avviamo il percorso congressuale sostenendo Matteo Renzi segretario nazionale del PD
(comunicato stampa:
In questo momento drammatico non si puó più stare a guardare ed è ancora più urgente dare il nostro contributo per provare a cambiare una situazione che sembra far precipitare il Paese in una crisi senza uscita.
Il cambiamento sarà possibile solo con l'umiltà di chi si mette a servizio di un progetto di ricostruzione dal basso. Con la determinazione di chi ha maturato esperienza e autorevolezza in vari settori professionali, amministrativi e politici, ma soprattutto con la consapevolezza che non esistono scorciatoie alternative alla buona politica. Insieme, dobbiamo ripartire dai contenuti e dai problemi quotidiani per individuare le migliori soluzioni a questa crisi di democrazia. Abbiamo bisogno di tutti ma abbiamo anche la necessità di una leadership forte che consenta di coagulare reti di relazioni anche molto diverse fra loro. Una leadership che possa motivare e dare entusiasmo ai cittadini disposti a mettersi in gioco per un progetto comune. Non ci interessa la provenienza delle persone ma la condivisione di un programma innovativo e inclusivo per il bene dell’Italia. Chiunque fosse interessato a partecipare è benvenuto”.