Al Pd di Piacenza – di questi tempi non certo un covo di amici intimi – c’è anche chi ironizza: “Sono più i dirigenti e gli eletti che non gli iscritti”. Una battuta? Fino a un certo punto visto che l’esiguo numero di tesserati nella nostra provincia rischia addirittura di compromettere lo svolgimento del congresso provinciale atteso per l’autunno inoltrato.
Si parla dunque di candidati in pista (dicono che Gianluigi Molinari e Betty Rapetti sarebbero già ai nastri di partenza, che Giulia Piroli si stia muovendo e che sia in corso una massiccia manovra di convincimento con Christian Fiazza); in realtà però l’ipotesi di un commissariamento non sarebbe poi così remota. La questione, certamente nota da tempo negli ambienti democratici, è però diventata attualissima negli ultimi giorni dopo che la segreteria regionale del Pd ha visionato il numero degli iscritti di ogni provincia. A Piacenza (inteso come città e territorio provinciale) gli iscritti al Pd faticano ad arrivare a quota 300. “Troppo pochi”, hanno comunicato da Bologna a Piacenza.
Nessuno statuto impone un numero minimo per celebrare il congresso. E’ più una questione di proporzioni. Come è possibile, ci si chiede, che il primo partito della provincia – quello che alle ultime elezioni ha sfiorato il 30%, quello che vanta il sindaco della città da tre mandati consecutivi e amministratori sparsi su tutto il territorio – abbia così pochi iscritti? Il tema è che un congresso celebrato con questi numeri (diritto di voto ce l’hanno anzitutto i tesserati) condurrebbe a una segreteria scarsamente legittimata dal punto di vista politico. Il mandato urgente che giunge dalla regione è dunque quello di attivarsi il prima possibile per far lievitare gli iscritti. E nel Pd in molti puntano il dito contro i “renziani”: viene attribuito in gran parte a loro questa debolezza, derivante da un presunto scarso impegno sul fronte della campagna tesseramenti. Ancor prima che di candidati e altro, sarà questo l’argomento di discussione lunedì sera quando si riuniranno i vari segretari comunali.