Dopo il ministro Delrio, alla festa del Pd è il momento di Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Partito al prossimo congresso nazionale che si terrà in novembre. Da outsider con poche chance di vittoria, Cuperlo è ben presto diventato il competitor numero uno di Matteo Renzi per la carica, ottenendo negli ultimi tempi anche l'avallo della Cgil. Con Renzi condivide molte cose, dall'età anagrafica alla volontà di riformare radicalmente un partito che ha perso tre milioni di voti alle ultime elezioni, ma a differenza del sindaco di Firenze si presenta come il volto nuovo della corrente più a sinistra del Pd e insiste sulla necessità che segretario e futuro candidato premier siano due figure distinte: “Solo il governo non basta, l'abbiamo sperimentato. Se vogliamo affrontare riforme che vadano ad intaccare le caste e il potere consolidato della rendita non basta stare a Palazzo Chigi, occorre un grande consenso popolare. Dobbiamo lasciarci alle spalle un'epoca in cui la direzione del Partito veniva vista come trampolino di lancio per altre cariche”.
Autore del recente manifesto programmatico E' tempo di crederci, disponibile on line, Cuperlo crede che il Pd debba ripartire da una nuova narrazione: “Occorre ricollocare il senso di questo progetto mettendo al centro del futuro del partito la dignità della persona e i suoi diritti, affrontando quelle riforme strutturali dello Stato che vanno verso un'idea di Paese più vicino ai cittadini e ai loro problemi. La parola sinistra non va maneggiata con diffidenza e il congresso deve essere vissuto un grande momento di libertà dove ciascuno sceglie di partecipare al progetto che sente più vicino a sé. L'Italia deve stare sulla frontiera più alta della modernità e dell'Europa. Dobbiamo poi riscoprire il valore della parola conflitto: una democrazia senza conflitto non è più solida, ma più fragile".
E sul futuro del governo, minacciato dalle conseguenze del voto sull'incandidabilità di Berlusconi, in calendario il prossimo 9 settembre, aggiunge: “Penso che il futuro di questo governo possa essere solido, non perchè abbiamo stretto un alleanza politica con la destra, ma perchè stiamo facendo cose necessarie all'interesse del paese. Dobbiamo risolvere il problema degli esodati, trovare la copertura per la cassa integrazione in deroga e rilanciare il consumo e la crescita. C'è molto da fare e ai ricatti della destra siamo abituati”.