Poliziotti arrestati, nuove accuse: sottratta droga destinata alla distruzione

Inizierà il 5 novembre il processo con rito immediato nei confronti di cinque dei sei poliziotti della Questura piacentina arrestati lo scorso aprile dai carabinieri del Nucleo investigativo nell’ambito di una maxi-inchiesta antidroga che ha portato in manette numerose persone tra cui anche alcuni stranieri e il pensionato Giorgio Cavaciuti, considerato un personaggio di spicco nel mondo dello spaccio piacentino. Rito immediato, dunque, concesso dal gip Giuseppe Bersani su richiesta del pm Michela Versini che coordina l’indagine dei carabinieri; e il motivo è che le prove raccolte sinora sono tante e tanto schiaccianti da permettere di saltare tutta la fase istruttoria prevista dal processo con rito ordinario.

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Nel frattempo spuntano nuove accuse sempre nei confronti degli agenti finiti in manette per spaccio, falso in atto pubblico e favoreggiamento della prostituzione. Due di loro, Paolo Bozzini (l’unico ancora in carcere in custodia cautelare) e Paolo Cattivelli avrebbero fatto sparire oltre sette etti di hascisc sequestrato durante un’operazione di polizia e destinato alla distruzione nell’inceneritore di Borgoforte, sostituendolo con altro materiale; lo stesso hascisc, secondo le imputazioni, sarebbe poi stato trovato a casa del pensionato finito in manette sempre lo scorso aprile.

E in merito a queste nuove accuse i due poliziotti sono già stati ascoltati dai magistrati: Bozzini si è avvalso della facoltà di non rispondere, Cattivelli ha negato tutto dicendo che quel giorno non era nemmeno in servizio.