“Sono un’insegnante e se costringessi i miei alunni a maturare a suon di schiaffi non otterrei molto”. La metafora per spiegare cosa sta succedendo all’interno del Movimento 5 Stelle è della Senatrice Maria Mussini, 46 anni di Reggio Emilia e arrivata in serata a San Nicolò (Piacenza) per confrontarsi con attivisti e cittadini sui primi tre mesi di lavoro a Roma. Al Circolo Culturale del paese sarebbe dovuta essere accompagnata anche dall’altra eletta nella Circoscrizione Emilia Romagna, Maria Edera Spadoni che però è rimasta bloccata nella Capitale per un importante voto alla Camera sul "decreto emergenze".
Mussini, invece, ben prima delle 21 – orario stabilito per l’incontro – la troviamo a cena con gli attivisti locali. E’ ormai giunta al caffè quando la raggiungiamo. “Come paghiamo?” si chiede. “Facciamo alla romana” rompe gli indugi Eddy De Luca, candidato sindaco per il Movimento alle ultime elezioni e ora in Consiglio comunale. Ognuno mette i propri 12 euro e 50 e l’intervista può iniziare.
Lei è stata critica fin dall’inizio sulle espulsioni. “Siamo giovani, e come tutti gli organismi giovani dobbiamo trovare equilibrio. Con il giusto spazio per chi vuole esprimere un pensiero, che non vada contro i principi del Movimento, ma su aspetti oggetto di un ragionamento bisogna parlarne. Bisogna scegliere il modo più produttivo” esordisce. “Conosco la Gambaro (espulsa dalla rete) e la De Pin (uscita oggi in dissenso con l’espulsione, ndr) e speravo che le questioni si potessero risolvere all’interno del gruppo. Serve più dialogo, non avere fretta di liquidare anche posizioni di messa in discussione”, dice. E poi rivolge la metafora direttamente al leader, o meglio al garante, Beppe Grillo: “Sono un’insegnante e se costringessi i miei alunni a maturare a suon di schiaffi non otterrei molto”.
Certo è che il clima in casa 5 Stelle è ancora teso. Lo dimostra il fatto che avere un commento direttamente critico su Grillo è quasi impossibile: “Di lui mi piace il ruolo di garante, di ascolto e responsabilità. Si è trovato tra le mani qualcosa di difficile da gestire. Siamo tanti, molti più di quelli che ci si aspettava. Con molte differenze tra noi, siamo davvero espressione della società civile”, risponde senza farlo davvero.
Perché anche quando gli si fa notare chi prende gli schiaffi e chi li subisce svia il discorso: “I suoi post non mi hanno mai creato perplessità o fastidio, fanno parte del suo modo di esprimersi. Certo è che l’esperienza in Parlamento è talmente particolare che dev’essere condivisa. Lo dico agli attivisti, venite a vedere, ci siamo dentro e non vogliamo starci da soli”.
Ma se uno vale uno, Grillo quanto vale? La si incalza: “L’uno vale uno è un principio della democrazia greca. Dovrebbe valere per tutti i partiti. Il valore di Grillo è quello di chi ha messo in gioco la sua tranquillità per permettere a un’idea di realizzarsi. Beppe è fondamentale. Si tratta ora di trovare l’equilibrio tra tutti gli elementi. Non sarà facile”.
Poi si torna su quella che l’opinione pubblica, in larga maggioranza, ha ritenuto un’occasione persa: un governo con il Pd: “Bersani non ci ha mai proposto di andare al governo. Ero seduta davanti nella consultazione in streaming con lui e sono una testimone autoptica della questione – tiene a precisare Mussini -. Lui ha usato più volte il pronome personale ‘io’ mi prendo la responsabilità, ‘io’ farò il governo, “io” ho un programma. Ma voleva fare un governo solo Pd, infatti la proposta è stata, testuali parole: non ostacolatemi”.
I CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE – In seguito è stato il momento del lavoro fatto finora, di cui hanno chiesto conto anche i cittadini e attivisti presenti: “E’ difficile far sentire la nostra voce. C’è una strana maggioranza ma per questo ancor più compatta. Comunque, per fare un esempio, ai primi di maggio abbiamo presentato una mozione su un problema, apparentemente marginale ma delicatissimo: la scadenza di tutti i consigli di amministrazione con la conseguente nomina all’interno di Finmeccanica, Eni, Enel, Trenitalia, Poste Italiane. Il cuore della distribuzione di potere e una fetta importante di economia italiana” ha spiegato. “Abbiamo sollecitato il Parlamento, chiedendo criteri di trasparenza e quote di genere fissate da una legge. Hanno tentato in tutti i modi di ostacolarci, presentando in coda altre mozioni per ritardare la nostra e persino rinviando il rinnovo del consiglio di Finmeccanica. Alla fine è stata votata e 10 punti su 12 passati che erano i nostri. Li abbiamo costretti a intervenire con dei correttivi. Questo è fare opposizione”.
Infine, non si può fare a meno di chiederle come si vede fra qualche anno? Ancora in politica o ritornata al suo lavoro: “Adoro insegnare. Ora cerco solo di trasferire l’esperienza che sto facendo agli altri. Stiamo patendo tantissimo l’essere novizi. Vorrei che i prossimi ad avere questa opportunità possano godere dell’esperienza che abbiamo fatto noi”.