Concessi i domiciliari a 3 dei 6 poliziotti arrestati nonostante il no dei pm

Anche un terzo agente arrestato è stato scarcerato. Si tratta di Enrico Milanesi, il cui legale Filippo Fornaroli aveva presentato appello al Tribunale del Riesame di Bologna. Precedentemente, ieri, erano stati concessi gli arresti domiciliari a due dei sei poliziotti della questura di Piacenza finiti in manette lo scorso aprile nell'ambito di una maxioperazione antidroga condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e coordinata dal sostituto procuratore Michela Versini.

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Allo scadere dei due mesi dall'esecuzione della misura cautelare in carcere firmata dal gip Giuseppe Bersani, lo stesso giudice ha ritenuto che non sussistesse più uno dei tre “pericoli” che determinano l'esigenza cautelare e nel caso di specie sarebbe venuto meno, secondo il gip, il pericolo di reiterazione del reato. Motivo: i due poliziotti sono sospesi dal servizio e non potrebbero più mettere in atto quelle condotte che secondo la tesi dell'accusa sarebbero state rese possibili proprio dalla natura del loro ruolo. Condotte che si sarebbero tradotte, sempre secondo gli inquirenti, nello spaccio di cocaina, nello sfruttamento nel favoreggiamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina e nel tentato utilizzo di carte di credito clonate.

Morale, arresti domiciliari. Due dei tre agenti – uno dei quali ha anche presentato documentazione medica che attesterebbe una seria depressione – sono rientrati a casa questa sera (lunedì 17 giugno 2013) e ora rimarranno a disposizione dell'autorità giudiziaria nelle loro rispettive abitazioni nonostante debbano rispettare rigide prescrizioni: non possono ricevere visite da persone estranee alla famiglia e non possono contattare nessuno tramite telefono o via internet. Le accuse nei loro confronti, dunque, restano in piedi. Anzi, dopo l'incidente probatorio della scorsa settimana in tribunale, nel quale sono stati ascoltati tre indagati nell'ambito della stessa vicenda e tre testimoni, la loro posizione si sarebbe ulteriormente aggravata.

Accuse in piedi, dunque, ma esigenze cautelari ridimensionate. Una valutazione, questa del gip Bersani, che avrebbe fatto registrare il parere negativo da parte del pm titolare dell'indagine e del procuratore capo Salvatore Cappelleri. Ma tant'è, il giudice ha deciso. Una decisione – lo ricordiamo – che si inquadra nella fase preliminare di questo procedimento e riguarda, dunque, le esigenze cautelari per "tutelare", appunto, le fasi conclusive dell'indagine in attesa di un eventuale processo.
 
Intanto mercoledì 19 giugno si terranno in carcere a Opera, nel Milanese, gli interrogatori di altri due poliziotti coinvolti nella vicenda alla luce di nuove accuse formulate nei loro confronti. E nei giorni successivi – il 20 e il 21 – toccherà agli altri agenti e agli altri destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare eseguita lo scorso 15 aprile.