“Quello di Expo 2015 è un treno che passa una volta sola a Piacenza, servono subito determinazione, progetti qualificati e una regia territoriale legittimata a trattare sui tavoli nazionali”. E' il messaggio senza appello lanciato da Paola De Micheli, vicecapogruppo vicario alla Camera del Partito Democratico, che ha partecipato al convegno alla diga del Molato organizzato dal Consorzio di Bonifica, “Piacenza territorio d'acque e di eccellenze agroalimentari”.
“Nessuna volontà di fare polemica – ha sottolineato la De Micheli – con le istituzioni locali, ma voglio ricordare che sono trascorsi oltre sei mesi dalla visita a Piacenza del commissario Giuseppe Sala e ancora non siamo stati in grado di presentare una regia unitaria, in grado di portare progetti forti all'attenzione dei vertici dell'Expo 2015. Piacenza non è l'ombelico del mondo, serve uno scatto per proporre le nostre eccellenze e le nostre idee, e soprattutto una regia legittimata a interloquire ai massimi livelli: io ho proposto Piacenza Expo nel ruolo di coordinamento, ma se qualcuno ha idee migliori si faccia avanti”.
“Soltanto a queste condizioni – aggiunge – sarà possibile riunire intorno a un tavolo gli imprenditori piacentini che ambiscono a recitare un ruolo, e contrattare con i vertici nazionali dell'Expo milanese. Credo che da parte di tutti sia necessario un bagno di realismo: senza queste premesse sarebbe assai difficile chiedere un potenziamento infrastrutturale dei trasporti tra Piacenza e Milano”.
Paola De Micheli è intervenuta anche sul tema delle risorse idriche a disposizione dell'agricoltura e sull'esigenza di perseguire con maggior forza l'internazionalizzazione per le aziende agroalimentari. “Oggi dobbiamo riconoscere che le colture e le tecniche agricole hanno subito importanti evoluzioni, e il consumo irriguo non è paragonabile a quello di 15 anni fa, si è ridotto in misura notevole. Per questo le polemiche dell'estate scorsa non solo erano ideologiche, ma anche anacronistiche”. Sul versante dell'internazionalizzazione, ha sottolineato la necessità di “meno burocrazia e più coordinamento fra i vari ministeri per sostenere tutti i progetti agroalimentari finalizzati all'export”.